Anche nella parrocchia dello Spirito Santo a Sestri è arrivata la benedizione del Papa, che Benedetto XVI aveva chiesto a Bagnasco di trasmettere a tutta la diocesi di Genova ferita dalle vicende del parroco arrestato. L'ha riportata don Stefano Moretti durante la Messa domenicale, celebrata nella parrocchia di don Riccardo Seppia, mentre sulla facciata della chiesa sono apparse nuove scritte contro il parroco, subito cancellate, e dalla gradinata genoana dello stadio Ferraris, è comparso uno striscione che recitava "Preti pedofili al rogo". Parole di conforto sono state usate invece dal pulpito della chiesa Santo Spirito: "Mi faccio strumento - ha detto il sacerdote che ha sostituito don Riccardo Seppia - e vi porto la benedizione del Santo Padre che giovedì, nella giornata di Santificazione sacerdotale, ci è stata impartita dal card. Angelo Bagnasco". La settimana scorsa parlando ai sacerdoti della sua diocesi, il presidente della CEI aveva raccontato dell'udienza privata avuta col Papa, dicendo che il Pontefice aveva promesso la sua preghiera per la diocesi e chiedendo di trasmetterla a tutte le parrocchie. E stamani, il cardinale, in Piazza San Pietro per il Regina Caeli di Benedetto XVI insieme a 1.100 ragazzi della diocesi di Genova che hanno ricevuto la cresima, torna sulla vicenda: "E' un fatto di grande dolore - ha detto - un episodio veramente drammatico, che coinvolge delle persone oltre che un nostro sacerdote. Su questa vicenda dolorosa la presenza qui di tanti nostri ragazzi, col loro entusiasmo, appena ricevuta la Santa Cresima, insieme a tanti sacerdoti, è un po' come l'olio sulle ferite". La comunità si interroga su don Seppia. Per alcuni parrocchiani era "una bravissima persona e un prete irreprensibile"; per altri "un prete della notte". Anche se una anziana fedele prima di entrare per la Messa ammette che forse è un "Dottor Jekyll e Mr Hyde". "Cosa volete che vi dica? Siamo sconvolti", commenta un signore con il rosario in mano che cammina a passo svelto davanti agli insulti sulla facciata. "Ma vi sembra possibile tutto questo? La nostra comunità è ferita e questi insulti non ci fanno certo piacere".
Nadia Campini, La Repubblica.it