Crescono in Vaticano le voci di un possibile Concistoro per la creazione di nuovi cardinali in autunno; o, al più tardi, nei primi mesi del 2012. Si confermerebbe in questo modo la tendenza di Benedetto XVI a fare in modo da non lasciare mai il Collegio cardinalizio eccessivamente sguarnito, nel caso di un eventuale Conclave. Benedetto XVI ha compiuto nello scorso aprile 84 anni; amministra con molta cura le sue energie, ed è continuamente monitorato dalla sua équipe medica, che nelle settimane passate trovando alcuni valori degli esami troppo alti, gli avrebbe consigliato una dieta specifica; quindi si può ragionevolmente pensare che il suo regno continuerà. Ma è sempre un uomo ben oltre gli 80 anni, e con una cartella clinica alle spalle certamente non immacolata. Il massimo di cardinali votanti, cioè che non abbiano compiuto gli 80 anni, è di 120. Alla fine dell’anno in corso, fra sei mesi, i cardinali votanti saranno 105, salvo imprevisti. Che scenderanno a 99 entro il giugno del 2012, e a 92 entro la fine del 2012. Ecco perché è estremamente probabile che Papa Ratzinger distribuisca un certo numero di “berrette”, il tradizionale copricapo cardinalizio a breve scadenza. Anche perché l’ultimo Concistoro, quello del 20 novembre 2010, ha lasciato in lista d’attesa parecchi nomi, paesi e continenti. Il punto interrogativo più grande riguarda alcune diocesi, e nomi, eccellenti. Per esempio: New York, Torino, Firenze, Toledo, e Quebec. E’ stata una politica corrente, ma non sempre rispettata, da parte della Santa Sede quella di non fare cardinale il titolare di una diocesi se il suo predecessore, non più al governo della diocesi stessa, non ha ancora compiuto gli 80 anni, e quindi è escluso dal novero di coloro che potrebbero scegliere il futuro Papa. In Italia. Non sempre rispettata: quando venne nominato un nuovo arcivescovo a Genova, Angelo Bagnasco, ricevette la “berretta” anche se il suo predecessore, Tarcisio Bertone, era ben sotto gli 80 anni (lo è ancora), e lavorava in Vaticano come Segretario di Stato di Benedetto XVI. Però nell’ultima infornata di porporati Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, non è stato elevato al rango cardinalizio, anche se il suo predecessore Ennio Antonelli, ricopre un importante incarico in Vaticano. Una situazione analoga si presenta per Gerard Lacroix, arcivescovo del Quebec. Marc Ouellet, suo predecessore, è il prefetto della Congregazione per i vescovi. Così a Toledo Braulio Rodriguez Plaza ha un predecessore cardinale. Canizares LLovera, che però è in Vaticano, a guidare la Congregazione per il Culto Divino. Se la regola che è valsa per Bagnasco e Bertone venisse giudicata applicabile, anche per loro scatterebbe la nomina. Più complessa la situazione di Cesare Nosiglia a Torino: l’ex capitale sabauda ha già un cardinale, arcivescovo emerito, Severino Poletto, che compirà 80 anni nel 2013. Mentre è assai più probabile che riceva la berretta Timothy Michael Dolan, il battagliero arcivescovo di New York, e presidente della Conferenza dei vescovi Usa. E’ vero che ha un predecessore in diocesi, Edward Michael Egan, ma questi compirà 80 anni nell’aprile del 2012. Ed è nota la simpatia con cui Benedetto XVI guarda alla Chiesa statunitense, e a Dolan in particolare. Nella stessa situazione di Dolan ed Egan si trovano Vincent Nichols arcivescovo di Westminster, e il suo predecessore, Murphy O'Connor. Anche per Nichols è più che probabile una berretta. Una nomina quasi sicura, nel prossimo Concistoro è quella di Ricardo Ezzati il salesiano arcivescovo di Santiago; come quella di Bechara Rai il neo-eletto leader dei Maroniti in Libano. Ed è probabile che anche l’arcivescovo di Managua, Leopoldo José Brenes Solórzano. Ma senza contare la Curia, dove attendono la berretta i responsabili di alcuni dicasteri vecchi e nuovi (sicura quella per il Prefetto della Congregazione per i religiosi, il brasiliano João Braz de Aviz) aspettano un cardinale Taiwan e la Thailandia; e in Africa possono sperare, con incerta fortuna, alcuni paesi che ne sono sprovvisti: Angola, Mozambico, Uganda, Costa d’Avorio e Cameroun.
Marco Tosatti, Vatican Insider