venerdì 24 giugno 2011

A 50 anni dall'apertura del Concilio Vaticano II e a 20 anni dal Catechismo della Chiesa Cattolica il Papa potrebbe proclamare il 2012 Anno della Fede

La fede, la speranza e la carità sono le tre virtù che la Chiesa dice teologali. Delle virtù che sono accessibili all’uomo per grazia di Dio e che i catechisti, molto spesso, almeno in Francia, non insegnano più da molto tempo. Alla speranza cristiana, Papa Benedetto ha già dedicato un'Enciclica, "Spe salvi", pubblicata nel novembre 2007. Un po’ meno di due anni prima, nel gennaio 2006, il Papa aveva emesso la sua prima Enciclica, dedicata alla carità, "Deus caritas est". Da lì a immaginare che il Papa teologo stia attualmente mettendo a punto un testo magisteriale sulla fede, c'è solo un passo. Non è impossibile che Benedetto XVI si dedichi un giorno, nella quiete della sua residenza estiva a Castel Gandolfo, a impostare nella sua scrittura minuscola un'Enciclica sulla fede, ma è più probabile che scelga di dedicargli un anno speciale. Il 2012, potrebbe essere proclamato come l'Anno della Fede della Chiesa universale. Poiché vi è stato un Anno Paolino per celebrare il millennio della nascita dell'Apostolo delle genti, o un Anno Sacerdotale in occasione del 150 anniversario della morte del Curato d'Ars, la Chiesa potrebbe presto entrare in un anno di Fede. Questo anno speciale si baserà in particolare sul 20° anniversario della pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica. Un importante lavoro che ben conosce Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, scritto sotto la sua supervisione nel corso di sei anni. Sommario della dottrina cattolica per quanto riguarda sia la fede e la morale, il Catechismo è uno dei frutti più a lungo respiro del Concilio Vaticano II. Nel 1985, riuniti nel Sinodo in Vaticano vent’anni dopo il Concilio, i vescovi di tutto il mondo avevano chiesto a Giovanni Paolo di promuovere la realizzazione di questo catechismo. Logicamente, l'Anno della Fede dovrebbe contare anche su un altro giubileo. Nel mese di ottobre 2012, quando i vescovi di tutto il mondo si riuniranno attorno al Papa per un Sinodo sulla nuova evangelizzazione, la Chiesa celebrerà il 50° anniversario dell'apertura del Concilio Vaticano II, aperto formalmente da Giovanni XXIII, 11 ottobre 1962. Non è un caso che 30 anni dopo, la stessa data è stata scelta da Giovanni Paolo II per la pubblicazione della Costituzione apostolica “Fidei depositum” per la pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica. Paolo VI aveva già proclamato un Anno della Fede, due anni dopo la fine del Concilio. Ma Benedetto XVI a Roma come nelle varie missioni, continua a sottolineare l'urgenza di ri-presentare la fede ai nostri contemporanei. Domenica scorsa, visitando la piccola Repubblica di San Marino, ha deplorato il fatto che molti hanno "iniziato a sostituire la fede e i valori cristiani con presunte ricchezze, che si rivelano, alla fine, inconsistenti e incapaci di reggere la grande promessa del vero, del bene, del bello e del giusto". E meno di una settimana prima, aprendo il convegno diocesano in San Giovanni in Laterano, il Vescovo di Roma aveva messo in guardia: "La parola della fede rischia di rimanere muta, se non trova una comunità che la mette in pratica, rendendola viva ed attraente". Cinquant’anni dopo l'inizio del Concilio, 20 anni dopo la pubblicazione del Catechismo, un nuovo Anno della Fede non sarà superfluo.

Antoine-Marie Izoard, Vatican Insider