"Sarà decisivo il primo giorno" dice mons. Georg Gänswein, segretario particolare del Papa, rispondendo alla domanda, come sta valutando il terzo viaggio di Benedetto XVI in Germania, dal 22 al 25 settembre. Il primo giorno, il bavarese Joseph Ratzinger andrà a visitare la capitale della vecchia Prussia, dopo si recherà in Turingia e a Friburgo. Parlerà davanti al Parlamento tedesco, incontrerà la cancelliera Angela Merkel e il presidente Christian Wulff, in più dovrà dribblare le associazioni gay e lesbiche, e alcune frange della sinistra e del partito dei Verdi che non gradiscono il viaggio del Pontefice e stanno prepando un'accoglienza alternativa, portando 50.000 manifestanti in strada. Per la terza volta i rappresentanti più importanti tra i “nemici del Papa” vorrebbero dare un “un benvenuto caloroso” al Papa molto diverso da quello dei pellegrini e dei fedeli. In Vaticano si spera però che, proprio il primo giorno del viaggio a Berlino (foto) porti un cambiamento d’animo, come accadde l’anno scorso a Edimburgo, quando Benedetto XVI face un atto di cortesia e presenza alla Monarchia britannica consorte, potendo svolgere il resto del suo storico viaggio in Inghilterra in una atmosfera distensiva e addirittura spesso caratterizzara da un’ondata di simpatia. A Berlino per il Papa ci sarà un'altro nodo fondamentale da sciogliere, come la la capitale, secolarizzata e post-cristiana, dove il nazionalismo e quarant’anni di comunismo hanno lasciato gravi traumi e una crisi profonda anche in seno all'esperienza cristiana, ascolterà le parole del Santo Padre. In una metropoli di 3,5 milioni, con il sessanta per cento di persone che si dichiarano aconfessionali, il messaggio del Papa tedesco non avrà una facile ricezione. Anche se tra la popolazione berlinese sono oltre trecentomila i cattolici, e così Berlino è, cifre assolute, la città più cattolica in Germania dopo Monaco di Baviera e Colonia. E che cosa fecero i “cattolici della capitale” quando sono venuti a conoscenza a dicembre 2010, che il loro Papa sarebbe venuto a Berlino? Ne erano contenti. Ma la loro gioia si è diradata velocemente. La Conferenza Episcopale è rappresentata a Berlino da un commissariato, del cosiddetto “ufficio cattolico”. L’arcivescovato di Berlino è senza guida, la sede vacante. Il card. Georg Sterzinsky si è ammalato gravemente in gennaio, in febbraio Papa Benedetto XVI ha accettato le sue dimissioni. E i funzionari ecclesiastici dell’“ufficio cattolico” e dell’ordinariato si sono trovati evidentemente in difficoltà nel preparare il viaggio inquadrandone il significato in modo positivo. Il prelato Karl Jüsten, il capo dell’“ufficio cattolico”, ancora nel marzo scorso, metteva, durante un colloquio di fondo svolto regolarmente con giornalisti, la tappa del Papa a Berlino al punto undici dell’agenda. E a proposito della grande Messa pubblica di Benedetto a Berlino, nel suo ambiente si affermava: "Ma non verrà nessuno", perchè il giorno del Papa a Berlino cadrà di giovedì e anche i cattolici sarebbero al lavoro e i vecchi preferirebbero rimanere a casa. Da quest’atmosfera, i funzionari ecclesiastici dell’ordinariato berlinese inizialmente avevano l'idea di lasciar celebrare al Papa una Santa Messa con quattrocento ospiti d’onore a Berlino-Plötzensee, presso un monumento commemorativo, dove i nazisti avevano lasciato giustiziare gli oppositori di regime. Un grido d’orrore attraversava le file della comunità cattolica di Berlino. Dopo settimane, finalmente la notizia redimente: l’ordinariato berlinese e la nunziatura apostolica a Berlino si sono decisi, dopo l’accordo con il Vaticano, con il “maresciallo di viaggio del Papa” Alberto Gasbarri, con la decisione del luogo per la celebrazione: la piazza in fronte al Castello di Charlottenburg. Subito però si sono alzate le prime obiezioni per gli svantaggi di tale scelta: soltanto 40.000 persone avrebbero potuto avere una vista libera dell’altare, gli altri sarebbero costretti a seguire dalle strade laterali tramite maxi-schermi, in modo molto scomodo. E nuovamente è aumentato il malumore tra i cattolici berlinesi. Il 16 maggio, è stato attivato il sito internet dalla Chiesa, sul quale si possono ordinare i biglietti via internet per la Messa del Papa. La richiesta è stata cosi grande che il server è crollato immediatamente. A questo punto nel dibattitto su dove celebrare la Messa del Pontefice è intervenuto anche il sindaco della città, Klaus Wowereit, capo dell’alleanza berlinese tra ex-communisti e socialdemocratici, omosessuale dichiarato, il Nichi Vendola della capitale tedesca, secondo il quale l'unica cosa sensata "sarebbe celebrare la Messa del Papa nello Stadio Olimpico, con 75.000 posti a sedere con spazio per tutti". Velocemente il numero delle prenotazioni è arrivato a 50.000, non contando i polacchi che sono soli ottanta chilometri, pronti a scendere in massa verso Berlino per ringraziare Benedetto XVI per la Beatifificazione di Wojtyla. Due settimane fa al Vaticano è stata finalmente presa la decisione: "Quando Alberto Gasbarri, a fine giugno, parte per la Germania, si porta con sé , l‘ordine "stadio olimpico" nella valigia", dichiara mons. Georg Gänswein. In questo modo i cattolici berlinesi sono ora soddisfatti. In fondo hanno vinto anche contro la volontà e lo scietticismo dei loro funzionari ecclesiastici.
Guido Horst, Vatican Insider