mercoledì 6 luglio 2011

Il card. Koch: la Giornata di Assisi affinchè fede e religione non s'imparentino con ostilità e violenza, ma si accordino con pace e riconciliazione

''L'incontro di Assisi (foto) del 27 ottobre 2011'' cui parteciperà il Papa insieme a molti leader religiosi di ogni parte del mondo, scaturisce ''soprattutto dal fatto che le grandi speranze di pace sorte a seguito del crollo dei regimi comunisti nel 1989 hanno cominciato a vacillare a causa dei successivi sviluppi, poichè il terzo millennio è stato segnato fin dall'inizio da una spaventosa recrudescenza di violenza e da spietati atti di terrorismo che non accennano a finire''. E' quanto spiega oggi su L'Osservatore Romano, il card. Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell'Unità dei cristiani, che spiega nodi contenuti e il significato del prossimo incontro interreligioso di Assisi che cade a 25 anni dalla prima iniziativa del genere promossa da Giovanni Paolo II. ''In questa situazione, Benedetto XVI ritiene cruciale che le varie Chiese e comunità cristiane e i rappresentanti delle altre religioni diano nuovamente una testimonianza credibile e convinta a favore della pace e della giustizia nel mondo di oggi''. ''Tutti i partecipanti - si legge su L'Osservatore Romano - sono invitati a un impegno personale nel dichiarare pubblicamente e nell'adoperarsi affinchè la fede e la religione non s'imparentino in nessun modo con l'ostilità e la violenza, ma si accordino con la pace e la riconciliazione''. ''Questa visione - afferma ancora il card. Koch - è connaturale all'ecumenismo cristiano. Il movimento ecumenico, infatti, è fin dall'inizio un movimento di pace, che si pone al servizio della pace tra i fedeli cristiani e tra le comunità cristiane sul cammino della purificazione della memoria, del superamento delle cause delle molteplici divisioni tra i cristiani, del risanamento delle vecchie ostilità e del mutuo riconoscimento come fratelli e sorelle in Cristo, al fine di ricomporre la nostra unità in Cristo''. Così ''sebbene il dialogo interreligioso non possa prefiggersi una simile unità, ma persegua il rispetto, la promozione della comprensione reciproca e la collaborazione solidale nella costruzione di un mondo pacifico e giusto, anche il dialogo interreligioso 'sta o cade' con gesti concreti di riconciliazione, nella consapevolezza che la pace può sorgere soltanto là dove non l'odio e la violenza ma l'intesa e la pacifica collaborazione preparano la strada del futuro, ovvero là dove la pace è lo sforzo comune di tutte le religioni''.

Adnkronos

Ad Assisi un pellegrinaggio della verità e della pace