martedì 5 luglio 2011

Dimesso il vescovo di Santa Rosa in California, lasciò passare troppo tempo nel denunciare un sacerdote messicano accusato di abusi ai danni di minori

Si chiama Daniel Walsh e finora aveva guidato la diocesi di Santa Rosa negli Stati Uniti. In un breve comunicato, il Vaticano ha annunciato lo scorso 30 giugno che Papa Benedetto XVI ha accettato le sue dimissioni anticipate per “cause di forza maggiore”. Le vere ragioni della sua uscita rimangono un mistero. Una sola cosa è certa: il presule è stato coinvolto in storie di pedofilia a causa del comportamento di un prete messicano accusato di gravi atti di pedofilia. La Santa Sede si è limitata ad informare che la dimissione di Walsh era stata accolta secondo l’articolo 401.2 del Codice di Diritto Canonico, la legge fondamentale della Chiesa Cattolica, sulle dimissioni per malattia o problemi gravi. Sulla salute del vescovo uscente si conosce poco, ma non è da escludere che sia afflitto da una patologia, almeno non pubblicamente. Nonostante, dal 24 gennaio scorso la Sede Apostolica nominò Robert Vasa vescovo ad Interim di Santa Rosa con diritto a successione, preparando di fatto dei cambiamenti alla guida della diocesi. In passato, Daniel Walsh ha dovuto affrontare delle gravissime problematiche sempre rigurardati casi di pedofilia. Nel 2006 aveva affrontato lo scandalo causato dal prete messicano Francisco Ochoa, accusato dalla giustizia statunitense di 10 reati di abusi sessuali contro minori. Il vescovo fu indicato come negligente perché impiegò troppi giorni nel denunciare l’atteggiamento del sacerdote Ochoa ai Servizi di Protezione dei Minori della Contea di Sonoma (California), permettendogli di fuggire in Messico, dove si presume risieda ancora oggi. Nel giugno di quell’anno, il presule scrisse una lettera aperta ai fedeli nella quale rivelava che il 28 aprile 2006 Ochoa confessò di aver commesso tre abusi sessuali contro dei minori tra i 12 e i 16 anni a Sonoma, nella California, e anche nel territorio messicano. Nonostante la confessione, il vicario episcopale, Dan Galvin, informò diversi giorni dopo le autorità civili. Lo fece il 1° maggio successivo, senza considerare l’esistenza di una linea telefonica attiva 24 su 24 apposita per i servizi sociali di emergenza. Al momento della denuncia Ochoa Pérez si trovava già al di là del confine. Ulteriormente, Walsh chiese scusa alle vittime per aver fallito nel denunciare in tempo la situazione accettando "qualsiasi punizione gli fosse imposta". Il 27 agosto 2007, la diocesi di Santa Rosa raggiunse un accordo con le vittime per 5 milioni di dollari, mentre il vescovo versò personalmente 20 mila dollari e fu obbligato a seguire un programma di 5 mesi per evitare di essere anch’egli accusato di favoreggiamento nei confronti di Ochoa.

Andrés Beltramo álvarez, Vatican Insider