Allo scandalo degli abusi sessuali su minori commessi da preti la gerarchia cattolica sta reagendo in modi diversi. Una parte di cardinali e vescovi ritiene sia arrivato il tempo di adottare la linea della totale trasparenza verso il mondo, così da non sembrare parte di una chiesa connivente con il male. Tra questi cardinali c’è l’arcivescovo di Boston Sean Patrick O’Malley il quale, nelle scorse ore, ha preso un’iniziativa dirompente. Sul sito web della propria diocesi ha pubblicato nomi e cognomi dei preti, 159 in tutto, accusati di pedofilia dal 1950 a oggi. L’elenco risparmia soltanto i preti deceduti le cui accuse sono infondate e i preti appartenenti a ordini religiosi perché non dipendono direttamente dalla diocesi. Nell’elenco, però, ci sono anche i nomi di quei sacerdoti accusati di pedofilia ma il cui processo, canonico o civile, si è concluso dimostrandone l’innocenza. Se in futuro altri sacerdoti risulteranno innocenti “l’elenco verrà aggiornato”, ha scritto in una lunga lettera O’Malley. Nel Collegio cardinalizio O’Malley è tra quei cardinali che hanno interpretato in maniera particolarmente dura la linea dettata dal Papa nella lettera che il 19 marzo 2010 ha scritto ai cattolici dell’Irlanda: la chiesa deve capire che la sua più grande tribolazione “non nasce da fuori”, ma dai “peccati commessi dentro” di lei. E quindi la penitenza per i peccati commessi è il suo primo dovere, per aprirsi alla conversione e infine alla grazia rigenerante di Dio. O’Malley fu tra i primi, un anno fa, a uscire allo scoperto contro la vecchia Curia romana rea di aver coperto gli abusi. Assieme al cardinale arcivescovo di Vienna Christoph Schönborn picchiò duro contro il cardinale Angelo Sodano, segretario di stato nell’era Wojtyla, accusandolo di aver ostacolato l’opera di pulizia intrapresa dall’allora card. Ratzinger nei confronti di personalità del peso di Hans Hermann Groër, arcivescovo di Vienna, e di Marcial Maciel, fondatore dei Legionari di Cristo, entrambi accusati di abusi sessuali e infine riconosciuti colpevoli. Sodano nell’atto di omaggio letto a Benedetto XVI in Piazza San Pietro a nome dell’intero Collegio cardinalizio il giorno di Pasqua del 2010 definì “chiacchiericcio” le accuse scagliate dai media contro la Chiesa a motivo della pedofilia. O’Malley rispose che così facendo Sodano commetteva un “danno immenso” alle vittime degli abusi. Che Papa Ratzinger stimi O’Malley è fuori di dubbio. Non è solo per le sue origini irlandesi, infatti, che O’Malley è stato inserito dal Papa nel gruppo di visitatori inviati in Irlanda per fare luce sui casi di pedofilia. E’ anche per le sue doti e probabilmente per le sue idee. O’Malley si è messo da subito dalla parte delle vittime. Lo scorso febbraio in una chiesa di Dublino ha voluto lavare i piedi a un gruppo di persone che da bambini furono abusati dal clero. La particolare liturgia, solitamente riservata ai riti del giovedì santo, è servita, ha detto O’Malley, a “chiedere il perdono di Dio e di tutti i sopravvissuti per l’incapacità dei leader della Chiesa di rispondere con amore, integrità, onestà e comprensione al dolore delle vittime”.
Paolo Rodari, Il Foglio