Anche se non possono diventare preti, vescovi o cardinali, nulla impedirebbe alle donne di accedere a ruoli di responsabilità nella Chiesa, fino anche a dirigere un dicastero della Santa Sede. Lo afferma il card. Mauro Piacenza (nella foto con Benedetto XVI), prefetto della Congregazione del clero, sottolineando che "le donne hanno un ruolo importantissimo nel Corpo ecclesiale e potrebbero averne uno, ancora più evidente: assolutamente nulla impedisce di valorizzare il genio femminile in ruoli non strettamente legati all’esercizio dell’ordine sacro". "Chi impedirebbe, ad esempio - spiega il porporato al sito cattolico Zenit - che una grande economista fosse a capo dell’Amministrazione della Sede Apostolica? O che una competente giornalista divenisse portavoce della Sala Stampa Vaticana?". "Gli esempi - sottolinea Piacenza - si possono moltiplicare per tutti gli uffici non legati all’ordine sacro". Per il card. Piacenza, infatti, il no al sacerdozio femminile non può essere messo in discussione, in quanto questa eventualità "è stata affrontata chiaramente sia da Paolo VI, sia dal Beato Giovanni Paolo II e, questi, con la Lettera Apostolica 'Ordinatio Sacerdotalis' del 1994 ha chiuso la questione". Vi si afferma infatti, ricorda il capo dicastero, che "al fine di togliere ogni dubbio su di una questione di grande importanza, che attiene alla stessa divina costituzione della Chiesa, in virtù del mio ministero di confermare i fratelli, dichiaro che la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa". "Taluni - commenta il cardinale - arrampicandosi sugli specchi, hanno parlato di una definitività relativa alla dottrina fino a quel momento, ma francamente la tesi è così inusuale da essere priva di qualsiasi fondamento". Il card. Piacenza si è poi soffermato, nell'intervista rilasciata ad Antonio Gaspari, sui temi del primato romano e della "collegialità": "Dire 'Roma' significa semplicementedire cattolicità". Infine ha concluso il colloquio con un accenno sul rapporto vocazioni e celibato che secondo il presule non hanno un legame determinante per il loro aumento o diminuzione: "Le confessioni cristiane, dove non essendoci il sacerdozio ordinato non c'è la dottrina e disciplina del celibato, si trovano in stato di profonda crisi al riguardo delle vocazioni alla guida della comunità".
Vatican Insider
Il card. Piacenza: le donne prete, il celibato e il potere di Roma