"Nel rispetto delle differenze delle varie religioni, tutti siamo chiamati a lavorare per la pace e ad un impegno fattivo per promuovere la riconciliazione tra i popoli". In un discorso del 21 ottobre 2007, Benedetto XVI chiarisce il senso del famoso incontro con i leader religiosi mondiali voluto nel 1986 dal suo predecessore, il Beato Giovanni Paolo II, nella città di San Francesco. "È questo - dice il Papa - l’autentico 'spirito di Assisi', che si oppone ad ogni forma di violenza e all’abuso della religione quale pretesto per la violenza". Infatti, "di fronte a un mondo lacerato dai conflitti, dove talora si giustifica la violenza in nome di Dio, è importante ribadire che mai le religioni possono diventare veicoli di odio; mai, invocando il nome di Dio, si può arrivare a giustificare il male e la violenza". Al contrario, "le religioni possono e devono offrire preziose risorse per costruire un’umanità pacifica, perché parlano di pace al cuore dell’uomo". Un discorso doppiamente importante, dunque, anche perché arriva a sgombrare il campo da equivoci e incomprensioni nate attorno al significato e al valore degli incontri interreligiosi. E che proprio per questo è stato posto come premessa a una selezione di testi del Papa sull’argomento. Una piccola antologia, curata da Lucio Coco, in libreria da pochi giorni, significativamente alla vigilia del pellegrinaggio che Benedetto XVI compirà ad Assisi il 27 ottobre, nel venticinquesimo dello storico incontro convocato da Papa Wojtyła, dal titolo "Pensieri sul dialogo interreligioso" (Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2011, pagine 62, euro 7). Nell’agile pubblicazione sono condensati una sessantina di brani tratti dal Magistero di Papa Ratzinger. Testi di discorsi, messaggi, catechesi, omelie che con la consueta lucida chiarezza spiegano il "Vangelo della Pace" e il desiderio della Chiesa di voler "continuare a costruire ponti di amicizia con i seguaci di tutte le religioni". Con un’invocazione, finale, al Signore: "Facci diventare portatori della tua pace!.
L'Osservatore Romano