sabato 29 ottobre 2011

'Messainlatino.it': ad Assisi un camminare insieme verso l’unica Verità. Esclusa ogni azione che assomigliasse anche lontanamente a preghiera comune

Dopo aver dato ampio spazio agli "allarmi" lanciati negli ultimi mesi da ambienti tradizionalisti che temevano il ripetersi ad Assisi di ambiguità che potevano esporre Benedetto XVI all'accusa di avallare il sincretismo religioso, il sito Messainlatino.it dà atto al Pontefice che nella Giornata del 27 ottobre "è stata esclusa ogni azione che assomigliasse anche lontanamente a una preghiera comune". "Nel 1986 il Beato Giovanni Paolo II aveva usato l'espressione 'stare insieme per pregare' contrapposta a 'pregare insieme', volendo escludere ogni partecipazione formale a qualsiasi culto acattolico", scrive sul sito don Alfredo Morselli ricordando che nel 1986 "purtroppo si verificarono degli atti oggettivamente scandalosi: polli sgozzati sull'altare di Santa Chiara secondo riti tribali e la teca con una statua di Budda posta sopra l'altare della chiesa di San Pietro, che tuttavia - chiarisce - non si possono in alcun modo ricondurre al magistero e alle azioni di Giovanni Paolo II". "In ogni modo - continua il sacerdote - sembra che Benedetto XVI, onde evitare ogni scandalo abbia voluto togliere ogni possibile equivoco: l'unica volta in cui nel programma ufficiale si parla di preghiera, si afferma 'tempo di silenzio, per la riflessione e/o la preghiera personali', e quindi non comuni". Per don Morselli, "questa attenzione non è casuale, ma è suffragata anche da una precisazione del card. Raymond Leo Burke, prefetto della Segnatura Apostolica". Un testo che descrive la Giornata di Assisi come "non uno stare insieme per pregare insieme, in modo disparato, col rischio di confondere la fede rivelata soprannaturale, con le 'credenze religiose' umane e naturali, ma un camminare insieme verso l'unica Verità". "Spesso gli incontri di Assisi - ricorda il sacerdote - sono stati messi in contrasto con l'Enciclica 'Mortalium animos' che vietava riunioni in cui si potesse pensare che si onora Dio indifferentemente con qualsiasi culto e condannava 'la falsa teoria che suppone buone e lodevoli tutte le religioni, in quanto tutte, sebbene in maniera diversa, manifestano e significano egualmente quel sentimento a tutti congenito per il quale ci sentiamo portati a Dio e all'ossequente riconoscimento del suo dominio'". Ma questa volta i timori erano infondati: "Niente, in Assisi III, si oppone agli insegnamenti di Pio XI". Mentre "è indubbiamente vero - conclude don Morselli - che possono esistere non credenti soggettivamente in buona fede e che, per arrivare alla vera religione, prima bisogna capire che bisogna essere religiosi: oggi poi è indispensabile confutare gli attacchi portati dall'ateismo aggressivo, che considera la religione un fatto negativo tout-court e causa di violenza".

Agi

Assisi 2011: alcune considerazioni