Udienza generale questa mattina nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato gruppi di fedeli e pellegrini provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo. Nella catechesi, il Papa si è soffermato sul suo recente Viaggio Apostolico in Benin, dove si è recato in occasione del 150° anniversario dell’inizio dell’evangelizzazione del Paese e per la firma e la pubblicazione dell’Esortazione Apostolica post-sinodale "Africae munus", che raccoglie i frutti della II Assemblea speciale per l’Africa del Sinodo dei vescovi.
“Le comunità cristiane dell’Africa – ha esordito Benedetto XVI, ripercorrendo le tappe di quello che ha definito un “indimenticabile” viaggio apostolico – sono chiamate a rinnovarsi nella fede per essere sempre più al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace”. In particolare, “sono invitate a riconciliarsi al loro interno per diventare strumenti gioiosi della misericordia divina, ognuna apportando le proprie ricchezze spirituali e materiali all’impegno comune”. “Questo spirito di riconciliazione è indispensabile anche sul piano civile e necessita un’apertura alla speranza che deve animare anche la vita sociopolitica ed economica del continente”, ha affermato il Papa citando l’incontro con le istituzioni politiche, il corpo diplomatico e i rappresentanti delle religioni, in cui ha posto l’accento “proprio sulla speranza che deve animare il cammino del continente”, rilevando “l’ardente desiderio di libertà e di giustizia che, specialmente in questi ultimi mesi, anima i cuori di numerosi popoli africani”. Di qui la necessità di “costruire una società in cui i rapporti tra etnie e religioni diverse siano caratterizzati dal dialogo e dall’armonia”, attraverso la capacità di “essere veri seminatori di speranza in ogni realtà e in ogni ambiente”. Una delle immagini indelebili del viaggio apostolico è stata la preghiera sulla tomba di un grande uomo di Chiesa e illustre figlio del Benin e dell’Africa, “l’indimenticabile cardinale Bernardin Gantin, la cui venerata memoria è più che mai viva nel suo Paese, che lo considera un Padre della patria, e nell’intero Continente”. “I cristiani sono uomini di speranza, che non si possono disinteressare dei propri fratelli e sorelle”: questa la “verità” rivelata dal Papa anche all'”immensa folla” radunatosi per la messa di domenica scorsa, a Cotonou. “E’ stato uno straordinario momento di preghiera e di festa – ha commentato Benedetto XVI - alla quale hanno preso parte migliaia di fedeli del Benin e di altri Paesi africani, dai più anziani ai più giovani: una meravigliosa testimonianza di come la fede riesca ad unire le generazioni e sappia rispondere alle sfide di ogni stagione della vita”. "Durante questa toccante celebrazione", il Santo Padre ha consegnato ai presidenti delle Conferenze Episcopali dell’Africa l’Esortazione Apostolica "Africae munus", testo con le linee fondamentali per il cammino della Chiesa in Africa e "destinata ai vescovi, ai sacerdoti, ai religiosi ed alle religiose, ai catechisti ed ai laici dell’intero Continente africano". “Affidando ad essi i frutti della seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei vescovi, ho chiesto loro di meditarli attentamente e di viverli in pienezza, per rispondere efficacemente alla impegnativa missione evangelizzatrice della Chiesa pellegrina nell’Africa del terzo millennio. In questo importante testo ogni fedele troverà le linee fondamentali che guideranno e incoraggeranno il cammino della Chiesa in Africa, chiamata ad essere sempre più il sale della terra e la luce del mondo”. A tutti il Pontefice ha rivolto l’appello ad essere costruttori instancabili di comunione, pace e solidarietà. “Gli africani hanno risposto con il loro entusiasmo all’invito del Papa, e sui loro volti, nella loro fede ardente, nella loro adesione convinta al Vangelo della vita ho riconosciuto ancora una volta segni consolatori di speranza per il grande Continente africano”. Il Santo Padre ha poi ricordato di aver toccato con mano “questi segni anche nell’incontro con i bambini e con il mondo della sofferenza”. “Nella chiesa parrocchiale di Santa Rita, ho veramente gustato la gioia di vivere, l’allegria e l’entusiasmo delle nuove generazioni che costituiscono il futuro dell’Africa. Alla schiera festosa dei Bambini, una delle tante risorse e ricchezze del Continente, ho additato la figura di san Kizito, un ragazzo ugandese, ucciso perché voleva vivere secondo il Vangelo, ed ho esortato ciascuno a testimoniare Gesù ai propri coetanei”. Particolarmente toccante anche la visita al Foyer “pace e Gioia”, gestito dalle missionarie della Carità di Madre Teresa: “Mi ha fatto vivere un momento di grande commozione incontrando bambini abbandonati e malati e mi ha consentito di vedere concretamente come l’amore e la solidarietà sanno rendere presente nella debolezza la forza e l’affetto di Cristo risorto”. “La gioia e l’ardore apostolico che ho riscontrato tra i sacerdoti, i religiosi, le religiose, i seminaristi e i laici, convenuti in gran numero, costituisce un segno di sicura speranza per il futuro della Chiesa in Benin”, ha proseguito il Papa, che ha “incoraggiato ciascuno a vivere la rispettiva missione nella Chiesa con fedeltà agli insegnamenti del magistero, in comunione fra loro e con i pastori”. Momento intenso di comunione è stato anche l’incontro con l’episcopato del Benin:“Ai vescovi ho rivolto l’invito a porre in atto opportune iniziative pastorali per suscitare nelle famiglie, nelle parrocchie, nelle comunità e nei movimenti ecclesiali una costante riscoperta della Sacra Scrittura, quale sorgente di rinnovamento spirituale e occasione di approfondimento della la fede. Da tale rinnovato approccio alla Parola di Dio e dalla riscoperta del proprio battesimo – ha concluso il Santo Padre - i fedeli laici troveranno la forza per testimoniare la loro fede in Cristo e nel suo Vangelo nella loro vita quotidiana”. In questa fase cruciale per l’intero Continente, ha detto il Papa, la Chiesa in Africa, con il suo generoso impegno al servizio del Vangelo, “potrà essere protagonista di una nuova stagione di speranza”. “In Africa – l’istantanea scattata dal Papa - ho visto una freschezza del sì alla vita, una freschezza del senso religioso e della speranza, una percezione della realtà nella sua totalità con Dio e non ridotta ad un positivismo che, alla fine, spegne la speranza. Tutto ciò dice che in quel Continente c’è una riserva di vita e di vitalità per il futuro, sulla quale noi possiamo contare, sulla quale la Chiesa può contare”. “Questo mio viaggio – ha proseguito il Santo Padre - ha costituito anche un grande appello all'Africa, perché orienti ogni sforzo ad annunciare il Vangelo a coloro che ancora non lo conoscono. Si tratta di un rinnovato impegno per l’evangelizzazione, alla quale ogni battezzato è chiamato, promuovendo la riconciliazione, la giustizia e la pace”.
Radio Vaticana, SIR
L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa