giovedì 15 dicembre 2011

Lombardi: per semplicità e uniformità con usi diplomatici correnti il Papa non rivolgerà più un discorso singolare ai nuovi ambasciatori in Vaticano

Cambia l'etichetta diplomatica in Vaticano. Per "motivi di semplicità e uniformità con gli usi diplomatici correnti", il Papa non rivolgerà più un discorso singolare ai nuovi ambasciatori presso la Santa Sede al momento della presentazione delle lettere credenziali. Lo ha reso noto padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, in occasione dell'odierna udienza a undici nuovi ambasciatori ai quali Benedetto XVI ha rivolto, per la prima volta da Paolo VI, solo un discorso collettivo. Il Papa, 84 anni, riceve oggi i nuovi ambasciatori di Trinidad e Tobago, Guinea Bissau, Svizzera, Burundi, Thailandia, Pakistan, Mozambico, Kyrgyzystan, Andorra, Sri Lanka, Burkina Faso presso la Santa Sede e "rivolge ad essi un discorso comune", ha spiegato il portavoce vaticano. Il discorso pronunciato dal Papa al nuovo ambasciatore è tradizionalmente l'occasione nella quale la Santa Sede esprime periodicamente il proprio punto di vista sulla vita del paese e sui rapporti bilaterali. "A differenza del passato non vi è un testo di indirizzo di saluto da parte dei singoli ambasciatori, né un testo specifico del Papa per ognuno di essi. In realtà la prassi dei discorsi - che prima non esisteva come tale, a parte alcune occasioni eccezionali, come durante la Seconda guerra mondiale - risaliva agli anni del Pontificato di Paolo VI, e i discorsi erano testi scritti che venivano scambiati e poi pubblicati, ma non venivamo di fatto pronunciati. E' anche da notare che alla fine del Pontificato di Paolo VI agli ambasciatori accreditati erano circa 90, mentre oggi sono circa 180, cioè praticamente il doppio". "Nei diversi paesi del mondo la prassi non prevede discorsi in occasione di presentazione delle lettere credenziali. Si trattava quindi di una particolarità della Santa Sede negli anni recenti. Ciò che è essenziale è che il nuovo ambasciatore presenti personalmente al Capo di Stato - nel nostro caso al Papa - le sue lettere credenziali e possa incontrarsi con lui personalmente, in modo di esserne conosciuto e conoscerlo. Si prevede che ora questa sia anche nuovamente la prassi della Santa Sede, per motivi di semplicità e uniformità con gli usi diplomatici correnti. L'incontro personale con il Santo Padre potrà naturalmente essere più ampio nel caso degli ambasciatori residenti, per cui la consegna delle credenziali prevede un'udienza particolare e non collettiva. Inoltre - ha concluso Lombardi - è giusto osservare che il Papa, come di fatto già avviene, ha molte occasioni per manifestare la sua vicinanza e la sua sollecitudine per i diversi popoli, con messaggi specifici per alcune ricorrenze o in circostanze particolarmente importanti. Ad esempio, viene inviato ogni anno un messaggio in occasione della festa nazionale di ogni paese, o in occasione di grandi anniversari o di eventi dolorosi per la comunità nazionale".

TMNews