mercoledì 29 febbraio 2012

Esercizi spirituali in Vaticano. Le meditazioni della terza giornata. Card. Pasinya: riflettiamo su comunione nella Chiesa e comunione con Dio

La terza mattina di Esercizi spirituali per la Quaresima in Vaticano ha toccato il tema delicato della rottura della comunione con Dio, in particolare all’interno della Chiesa. L’autore delle meditazioni, il cardinale arcivescovo di Kinshasa, Laurent Monsengwo Pasinya, ha proposto oggi a Benedetto XVI e ai membri della Curia Romana, riuniti nella Cappella Redemptoris Mater del Palazzo Apostolico, due riflessioni intitolate “l’amore del mondo” e “Gli anticristi o la mancanza di fede in Gesù, il Cristo”. Nel pomeriggio, la terza meditazione in programma ha per titolo “Il peccato del sacerdote”. Le meditazioni sono ispirate a passi della prima Lettera di San Giovanni. . Intervistato da Radio Vaticana, l’arcivescovo di Kinshasa ha precisato che “San Giovanni riserva molta attenzione alla comunione nella Chiesa, sia alla comunione dei fedeli con gli Apostoli, che dei fedeli con Dio e degli Apostoli con Dio”. “È un tema interessante che vale sempre - ha commentato il porporato - perché all’interno di questo tema si parla di tutti i problemi che la Chiesa primitiva ha incontrato e che noi oggi possiamo incontrare”. Il card. Monsengwo Pasinya ha fatto riferimento alla rottura della comunione nella Chiesa: la rottura della comunione per mancanza di fede, la rottura della comunione per mancanza di carità, la rottura della fede perché non si segue l’insegnamento degli Apostoli. A questo proposito l’arcivescovo ha fatto notare che “all’inizio della Chiesa c’erano persone che non credevano in Gesù, come anche oggi ci sono persone che non credono in Gesù: non credono che Gesù sia il Messia, non credono che Gesù si sia incarnato”. Allora Giovanni cominciò a contattare coloro che non credevano che Gesù sia venuto e diceva: “Erano tra di noi, ma sono usciti”. Secondo il porporato “anche oggi abbiamo di quelle comunità che erano con noi e che sono uscite: tutte quelle piccole comunità che da noi si chiamano ‘chiese del risveglio’, oppure i fondamentalisti, eccetera. tutta questa realtà è toccata dal testo di San Giovanni”. “Il quale, alla fine - ha aggiunto il cardinale - incomincia a parlare della fede in Gesù Cristo, della comunione con Dio e, nel frattempo, indica i criteri per essere in comunione con Dio. Quindi, oggi stesso abbiamo interesse a rivedere queste cose”. Alla domanda sul modo in cui le parole della Lettera di San Giovanni si intrecciano con i temi della Quaresima, l’arcivescovo di Kinshasa ha risposto: “La Quaresima è, praticamente, un andare nel deserto con Gesù per essere più vicino a Dio. Dove il Signore ha vinto il demonio, anche noi dobbiamo vincere. Dove Israele, nel deserto, è stato vinto dal demonio, noi pure dobbiamo evitare di essere vinti dal demonio. Quindi, questa è la ragion d’essere della Quaresima: il fatto che ci aiuta a vivere più intensamente la comunione con Dio. La comunione con Dio, allora, è nel cuore della Quaresima, quando nel testo della Lettera si dice: “Voi avete vinto grazie all’unzione dello Spirito, grazie alla Parola di Dio che voi avete ricevuto nel battesimo”. Alla domanda circa il Messaggio per la Quaresima di quest’anno, in cui Benedetto XVI punta molto sull’aspetto della carità concreta, Monsengwo Pasinya ha concluso: “L’appello del Papa, da noi, è profondamente reale: quando si è in Africa e si vede quella povertà, quella miseria, si vedono quelle guerre, tutto il caos che c’è, non si può non pensare a questo. Per questo abbiamo senz’altro accolto il Messaggio del Papa: perché aderiva alla nostra realtà”.

Radio Vaticana, Zenit


Esercizi spirituali in Vaticano. Il card. Pasinya: riflettiamo sul valore della comunione nella Chiesa