Trent’anni. Tanto è passato da quando l’allora l’ex arcivescovo di Monaco-Frisinga, Joseph Ratzinger, si trasferì nella città che lo vedrà divenire Successore di Pietro. Trent’anni dopo, Piazza della Città leonina numero 1, nel quartiere popolare e “papalino” di Borgo Pio, è ancora idealmente l’indirizzo del card. Ratzinger. Nessuno infatti ha più abitato nell’appartamento dove colui che veniva già apprezzato come fine professore, conosciuto persino con l’appellativo di ’teenager’ della teologia per essersi distinto in questo campo fin da giovane, ebbe casa da poco dopo il suo trasferimento a Roma, avvenuto proprio il 15 febbraio del 1982. Da allora, fino all’elezione al Soglio pontificio, Joseph Ratzinger per 23 anni ha risieduto sempre lì, proprio all’ombra del Cupolone, divenendo una presenza discreta ma ben nota a “Borgo”. Ogni mattina, alla stessa ora, percorreva a piedi il breve tratto dal suo appartamento al Palazzo del Sant’Uffizio, sull’altro lato del colonnato di San Pietro, dove svolgeva il delicato ruolo di prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, cui lo aveva chiamato Giovanni Paolo II con una nomina datata 25 novembre 1981. Il suo trasferimento dalla Germania non fu però immediato. Come ricorda il segretario che lo affiancò dal 1984 al 2003, mons. Josef Clemens, il card. Ratzinger lasciò "il governo pastorale della diocesi di Monaco solo il 15 febbraio dell’82", iscrivendo per sempre Roma, ma questo ancora non poteva saperlo, nella sua biografia. Oggi Benedetto XVI guarda la “Città eterna” dalle finestre vaticane ma ancora sono vivi i segni della sua presenza in quella che ormai è a buon diritto la sua città. E di cui, come Papa, è vescovo. "Quando si trasferì - racconta Clemens - il suo appartamento non era ancora pronto, vi stavano facendo lavori di ristrutturazione. Risiedette quindi, per un breve periodo, al Collegio teutonico. Poi, ad aprile, prese definitivamente possesso della casa alla fine di via di Porta angelica". Sul citofono per contattare l’appartamento del quarto piano dove risiedeva non c’era il suo nome, celato dietro una più riservata numerazione romana. A Borgo però, il cardinale che camminava sempre col basco in testa, era ben noto. Il futuro Papa, infatti, frequentava i luoghi della zona, a partire dai ristoranti. Confondendosi tra la folla di turisti, pellegrini, religiosi e commercianti che tutti i giorni anima le viuzze di Borgo, raggiungeva posti come la Cantina Tirolese in via Vitelleschi, da molti ritenuto il suo ristorante preferito per la cucina che offriva piatti bavaresi e per le cioccolate calde che amava gustare, o il Passetto di Borgo, al numero 60 di Borgo Pio, dove non di rado si concedeva un piatto tipicamente romano come la carbonara. Di giorno, era possibile incontrare il cardinale tedesco mentre si recava nelle librerie specializzate di via della Conciliazione e dintorni. Come molti cardinali oggi, perlustrava ad esempio gli scaffali della libreria Leoniana di via dei Corridori alla ricerca degli ultimi testi di teologia e filosofia. Nella biografia di Joseph Ratzinger “romano” non c’è però solo la Roma dei Sacri Palazzi. Il porporato era infatti molto legato anche al quartiere periferico di Casalbertone, a est della Capitale. Qui si trova la chiesa di Santa Maria Consolatrice, di cui ha avuto il titolo come cardinale dal 1977 al 1993. Con i parrocchiani di Casalbertone, il futuro Papa intratteneva un rapporto profondo, recandosi spesso in visita e celebrando la messa. E proprio quella fu la prima parrocchia romana che visitò, il 18 dicembre 2005, una volta divenuto Pontefice.
Vatican Insider