lunedì 20 agosto 2012

Memoria di San Bernardo. Il Magistero del Papa: la vera conoscenza di Dio consiste nell’esperienza personale, profonda di Gesù Cristo e del suo amore

La teologia sia sempre alimentata dalla preghiera e dalla contemplazione se non vuole trasformarsi in vano esercizio intellettuale: è quanto afferma Benedetto XVI parlando di San Bernardo di Chiaravalle, di cui oggi la Chiesa celebra la memoria liturgica. Il Papa ha dedicato tre catechesi a questo Santo abate cistercense vissuto nel XII secolo. Il dibattito teologico nella Chiesa esiste da sempre. Nel XII secolo uno dei contrasti più accesi fu quello tra San Bernardo e Abelardo. San Bernardo, ricorda Benedetto XVI, era uno dei massimi esponenti della cosiddetta teologia del cuore che mirava a “promuovere l’esperienza viva e intima di Dio”.
“Per Bernardo, infatti, la vera conoscenza di Dio consiste nell’esperienza personale, profonda di Gesù Cristo e del suo amore. E questo...vale per ogni cristiano: la fede è anzitutto incontro personale, intimo con Gesù, è fare esperienza della sua vicinanza, della sua amicizia, del suo amore, e solo così si impara a conoscerlo sempre di più, ad amarlo e seguirlo sempre più. Che questo possa avvenire per ciascuno di noi!” (21 ottobre 2009).
Abelardo, da parte sua, tendeva a risolvere le questioni fondamentali su Dio con le sole forze della ragione, mettendo in discussione, talora, le stesse verità della fede: “San Bernardo, invece, solidamente fondato sulla Bibbia e sui Padri della Chiesa, ci ricorda che senza una profonda fede in Dio, alimentata dalla preghiera e dalla contemplazione, da un intimo rapporto con il Signore, le nostre riflessioni sui misteri divini rischiano di diventare un vano esercizio intellettuale, e perdono la loro credibilità” (21 ottobre 2009).
Il Papa ricorda che quel confronto teologico si concluse con una piena riconciliazione tra i due. Abelardo riconobbe i suoi errori. Una vicenda, spiega Benedetto XVI, che mostra “l’utilità e la necessità di una sana discussione teologica”, tenendo fermo il punto di riferimento del Magistero: “In entrambi prevalse ciò che deve veramente stare a cuore quando nasce una controversia teologica, e cioè salvaguardare la fede della Chiesa e far trionfare la verità nella carità. Che questa sia anche oggi l’attitudine con cui ci si confronta nella Chiesa, avendo sempre come meta la ricerca della verità” (4 novembre 2009).

Radio Vaticana