
“Per Bernardo, infatti, la vera conoscenza di Dio consiste nell’esperienza personale, profonda di Gesù Cristo e del suo amore. E questo...vale per ogni cristiano: la fede è anzitutto incontro personale, intimo con Gesù, è fare esperienza della sua vicinanza, della sua amicizia, del suo amore, e solo così si impara a conoscerlo sempre di più, ad amarlo e seguirlo sempre più. Che questo possa avvenire per ciascuno di noi!” (21 ottobre 2009).
Abelardo, da parte sua, tendeva a risolvere le questioni fondamentali su Dio con le sole forze della ragione, mettendo in discussione, talora, le stesse verità della fede: “San Bernardo, invece, solidamente fondato sulla Bibbia e sui Padri della Chiesa, ci ricorda che senza una profonda fede in Dio, alimentata dalla preghiera e dalla contemplazione, da un intimo rapporto con il Signore, le nostre riflessioni sui misteri divini rischiano di diventare un vano esercizio intellettuale, e perdono la loro credibilità” (21 ottobre 2009).
Il Papa ricorda che quel confronto teologico si concluse con una piena riconciliazione tra i due. Abelardo riconobbe i suoi errori. Una vicenda, spiega Benedetto XVI, che mostra “l’utilità e la necessità di una sana discussione teologica”, tenendo fermo il punto di riferimento del Magistero: “In entrambi prevalse ciò che deve veramente stare a cuore quando nasce una controversia teologica, e cioè salvaguardare la fede della Chiesa e far trionfare la verità nella carità. Che questa sia anche oggi l’attitudine con cui ci si confronta nella Chiesa, avendo sempre come meta la ricerca della verità” (4 novembre 2009).
Radio Vaticana