E' stato pubblicato questa mattina dalla Sala Stampa della Santa Sede il testo del Messaggio che il Santo Padre Benedetto XVI invia ai giovani e alle giovani del mondo in occasione della XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù che sarà celebrata dal 23 al 28 luglio 2013 a Rio de Janeiro (Brasile) sul tema "Andate e fate discepoli tutti i popoli" (cfr Mt 28,19). "Desidero anzitutto rinnovarvi l’invito a partecipare a questo importante appuntamento. La celebre statua del Cristo Redentore, che domina quella bella città brasiliana, ne sarà il simbolo eloquente: le sue braccia aperte sono il segno dell’accoglienza che il Signore riserverà a tutti coloro che verranno a Lui e il suo cuore raffigura l’immenso amore che Egli ha per ciascuno e per ciascuna di voi. Lasciatevi attrarre da Lui! Vivete questa esperienza di incontro con Cristo, insieme ai tanti altri giovani che convergeranno a Rio per il prossimo incontro mondiale! Lasciatevi amare da Lui e sarete i testimoni di cui il mondo ha bisogno". "La storia - scrive il Papa - ci ha mostrato quanti giovani, attraverso il
dono generoso di se stessi, hanno contribuito grandemente al Regno di Dio e allo
sviluppo di questo mondo, annunciando il Vangelo", "con mezzi e possibilità ben
inferiori a quelli di cui disponiamo al giorno d'oggi", nel quale "non pochi
giovani dubitano profondamente che la vita sia un bene e non vedono chiarezza
nel loro cammino. Più in generale, di fronte alle difficoltà del mondo
contemporaneo, molti si chiedono: io che cosa posso fare? La luce della fede
illumina questa oscurità, ci fa comprendere che ogni esistenza ha un valore
inestimabile, perché frutto dell'amore di Dio. Egli ama anche chi si è
allontanato da Lui o lo ha dimenticato: ha pazienza e attende; anzi, ha donato
il suo Figlio, morto e risorto, per liberarci radicalmente dal male. E Cristo ha
inviato i suoi discepoli per portare a tutti i popoli questo annuncio gioioso di
salvezza e di vita nuova". L'invito a farsi missionari, prosegue il documento, "è di grande attualità. Stiamo attraversando un periodo storico molto particolare: il progresso tecnico ci ha offerto possibilità inedite di interazione tra uomini e tra popolazioni, ma la globalizzazione di queste relazioni sarà positiva e farà crescere il mondo in umanità solo se sarà fondata non sul materialismo ma sull'amore, l'unica realtà capace di colmare il cuore di ciascuno e di unire le persone. Dio è amore. L'uomo che dimentica Dio è senza speranza e diventa incapace di amare il suo simile. Per questo è urgente testimoniare la presenza di Dio affinché ognuno possa sperimentarla: è in gioco la salvezza dell'umanità e la salvezza di ciascuno di noi". "Questa chiamata missionaria - prosegue il Papa - vi viene rivolta anche per un’altra ragione: è necessaria per il nostro cammino di fede personale...Annunciando il Vangelo voi stessi crescete nel radicarvi sempre più profondamente in Cristo, diventate cristiani maturi. L’impegno missionario è una dimensione essenziale della fede: non si è veri credenti senza evangelizzare". "Ma che cosa vuol dire essere missionari? Significa anzitutto essere discepoli di Cristo, ascoltare sempre di nuovo l’invito a seguirlo, l’invito a guardare a Lui". "Vi consiglio di fare memoria dei doni ricevuti da Dio per trasmetterli a vostra volta. Imparate a rileggere la vostra storia personale, prendete coscienza anche della meravigliosa eredità delle generazioni che vi hanno preceduto". "Non dimentichiamolo mai: facciamo parte di una catena immensa di uomini e donne che ci hanno trasmesso la verità della fede e contano su di noi affinché altri la ricevano. Non dimentichiamolo mai: facciamo parte di una catena immensa di uomini e donne che ci hanno trasmesso la verità della fede e contano su di noi affinché altri la ricevano. L’essere missionari presuppone la conoscenza di questo patrimonio ricevuto, che è la fede della Chiesa: è necessario conoscere ciò in cui si crede, per poterlo annunciare”. Per svolgere la missione evangelizzatrice il Pontefice invita
i ragazzi a guardarsi intorno: “Tanti giovani hanno perduto il senso della loro esistenza. Andate! Cristo ha
bisogno anche di voi. Andate! Cristo ha bisogno anche di voi. Lasciatevi coinvolgere dal suo amore,
siate strumenti di questo amore immenso, perché giunga a tutti, specialmente ai
'lontani'. Alcuni sono lontani geograficamente, altri invece sono lontani perché
la loro cultura non lascia spazio a Dio; alcuni non hanno ancora accolto il
Vangelo personalmente, altri invece, pur avendolo ricevuto, vivono come se Dio
non esistesse. A tutti apriamo la porta del nostro cuore; cerchiamo di entrare
in dialogo, nella semplicità e nel rispetto: questo dialogo, se vissuto in una
vera amicizia, porterà frutto". I giovani si devono impegnare in questa missione evangelizzatrice anche in
famiglia, nei quartieri, negli ambienti di studio o di lavoro, tra i gruppi di
amici e i luoghi del tempo libero, ma due, chiarisce Benedetto XVI, sono i campi
in cui l’“impegno missionario” dei giovani “deve farsi ancora più attento”. Il primo è “quello delle comunicazioni sociali, in particolare il mondo di
internet”, da “usare con saggezza”, considerando “anche le insidie che esso
contiene, in particolare il rischio della dipendenza, di confondere il mondo
reale con quello virtuale, di sostituire l’incontro e il dialogo diretto con le
persone con i contatti in rete”. Il secondo ambito è “quello della mobilità.
Oggi sono sempre più numerosi i giovani che viaggiano, sia per motivi di studio
o di lavoro, sia per divertimento. Ma penso anche a tutti i movimenti migratori,
con cui milioni di persone, spesso giovani, si trasferiscono e cambiano Regione
o Paese per motivi economici o sociali. Anche questi fenomeni possono diventare
occasioni provvidenziali per la diffusione del Vangelo”. “Penso che abbiate sperimentato più volte la difficoltà - sostiene il Papa - di
coinvolgere i vostri coetanei nell’esperienza di fede. Spesso avrete constatato
come in molti giovani, specialmente in certe fasi del cammino della vita, ci sia
il desiderio di conoscere Cristo e di vivere i valori del Vangelo, ma questo sia
accompagnato dal sentirsi inadeguati e incapaci”. “Come il buon Samaritano - sottolinea il Santo Padre -, dobbiamo essere sempre
attenti a chi incontriamo, saper ascoltare, comprendere, aiutare, per condurre
chi è alla ricerca della verità e del senso della vita alla casa di Dio che è la
Chiesa, dove c’è speranza e salvezza”. Comunicare, però, a volte è difficile; fondamentale diviene la testimonianza di
vita, con la convinzione che "l'evangelizzazione non è una nostra iniziativa e
non dipende anzitutto dai nostri talenti, ma è una risposta fiduciosa e
obbediente alla chiamata di Dio, e perciò si basa non sulla 'nostra ' forza, ma sulla 'sua'". L'annuncio "nasce sempre dalla preghiera ed è
sostenuta da essa: dobbiamo prima parlare con Dio per poter parlare di Dio". Di qui l’invito a “trovare nell’Eucaristia la sorgente” della “vita di fede” e
della “testimonianza cristiana”, a ricorrere “frequentemente al sacramento della
Riconciliazione” e a “ricevere il sacramento della Confermazione”. Il Papa ricorda anche che “per restare saldi nella confessione della fede
cristiana”, c’è “bisogno della Chiesa”: è “sempre come membri della comunità
cristiana che noi offriamo la nostra testimonianza, e la nostra missione è resa
feconda dalla comunione che viviamo nella Chiesa”. Il messaggio si conclude con il ringraziamento del Papa "per il grande dono dei
missionari, che dedicano tutta la loro vita ad annunciare il Vangelo sino ai
confini della terra. Rendo grazie anche per tutti i fedeli laici che si
adoperano per vivere il loro quotidiano come missione là dove sono, in famiglia
o sul lavoro, affinché Cristo sia amato e servito e cresca il Regno di Dio.
Penso in particolare a quanti operano nel campo dell'educazione, della sanità,
dell'impresa, della politica e dell'economia e in tanti altri ambiti
dell'apostolato dei laici. Cristo ha bisogno del vostro impegno e della vostra
testimonianza. Nulla - né le difficoltà, né le incomprensioni - vi faccia
rinunciare a portare il Vangelo di Cristo nei luoghi in cui vi trovate: ognuno
di voi è prezioso nel grande mosaico dell'evangelizzazione!". “Come mostra la grande statua di Cristo Redentore a Rio de Janeiro - conclude il
Pontefice -, il suo cuore è aperto all’amore verso tutti, senza distinzioni, e
le sue braccia sono tese per raggiungere ciascuno. Siate voi il cuore e le
braccia di Gesù! Andate a testimoniare il suo amore, siate i nuovi missionari
animati dall’amore e dall’accoglienza”.
AsiaNews, SIR
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI PER LA XXVIII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ (23-28 LUGLIO 2013)
AsiaNews, SIR
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI PER LA XXVIII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ (23-28 LUGLIO 2013)