mercoledì 26 dicembre 2012

Il vescovo di La Spezia ordina la rimozione del volantino in cui un parroco giustifica il femminicidio con l'atteggiamento provocante delle donne. Moraglia: gli inizi della salvezza sono affidati a una donna ed è necessario, in una società maschilista come la nostra, riflettere su questo fatto

E' scomparso dalla bacheca della chiesa il volantino shock del parroco di San Terenzo che accusa le donne di 'provocare la violenza con abiti succinti'. E' stato il vescovo di La Spezia ad ordinare che il documento fosse subito rimosso. "Appena appresa la notizia dell'affissione della locandina contenente le affermazioni che conducono a dare un'errata lettura dei drammatici fatti di violenza sulle donne, ho subito dato disposizione che la stessa fosse prontamente rimossa. In nessun modo infatti può essere messo in diretta correlazione qualunque deprecabile fenomeno di violenza sulle donne con qualsivoglia altra motivazione, nè tantomeno tentare di darne una inconsistente motivazione". Così mons. Luigi Ernesto Palletti. "A tal proposito - continua il vescovo - ritengo doveroso cogliere l'occasione per invitare tutti a prendere sempre più coscienza di questo inaccettabile fenomeno perchè non si debbano più ripetere fatti di violenza sulla donna come quelli che nell'anno ormai trascorso hanno drammaticamente segnato la vita del nostro Paese". La notizia però ha sollevato la replica ben più furiosa dal presidente del Telefono Rosa: "Intervenga subito il Papa e il vescovo di La Spezia e sia rimossa quella dannata lettera". E' inferocita Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente dell'associazione a favore delle donne: "In Italia, che è il Paese con il maggior numero di femminicidi d'Europa e ha un altissimo numero di violenze consumate all'interno delle mura domestiche, un episodio come questo non è più tollerabile". Definisce il messaggio "una vera e propria istigazione a un comportamento violento nei confronti delle donne - scrive Telefono Rosa - così si offre un'inaudita motivazione ad atti criminali contro di esse". La lettera affissa nella bacheca della Chiesa è stata ritirata. In quello scritto, don Piero Corsi attaccava le donne e le loro "responsabilità" nel caso di omicidi, stupri e violenze sessuali. La sua tesi è semplice: "Colpa della donna che provoca con abiti succinti". Nel documento si legge, testualmente: "Femminicidio: le donne facciano autocritica, quante volte provocano?" o, ancora: "Le donne cadono nell'arroganza e si sentono indipendenti" o, ancora: "Donne e ragazze in abiti succinti provocano gli istinti, facciano un sano esame di coscienza: forse ce lo siamo andato a cercare". Non è la prima volta che don Piero Corsi lascia sbigottiti con le sue iniziative. A inizio ottobre il sacerdote aveva esposto, sempre nella bacheca della sua chiesa, le vignette anti-islamiche all'origine delle reazioni musulmane in tutto il mondo. Qualche mese prima, don Corsi si era poi reso protagonista di un furibondo corpo a corpo con un clochard che chiedeva l'elemosina, con tanto di candeliere brandito in sacrestia contro l'intruso.
Il Natale che porta il dono di Dio attraverso Maria deve portare a rivedere, nel rispetto assoluto, il ruolo della donna nella maschilista società occidentale. Il patriarca di Venezia Francesco Moraglia, nella sua omelia per il Natale, nella Basilica di San Marco ha posto l'accento sulla figura di Maria traslata, però, in tutte le donne, in tutte le madre. "A Natale, con la sua azione onnipotente, Dio segna un nuovo inizio: una novità assoluta - ha rilevato Moraglia - che viene affidata ad una donna". Questo perchè, ha detto , il patriarca "gli inizi della salvezza sono affidati a una donna ed è necessario, in una società maschilista come la nostra, riflettere su questo fatto" perchè "è il grembo verginale di una donna a segnare l'inizio della salvezza". "La cultura che pone l'uomo-maschio al centro di tutto ha così pervaso la nostra società - ha rilevato - che è riuscita a far credere, a non poche donne, che l'unico modo per 'realizzarsi' consiste nell'assomigliare all'uomo passando sotto silenzio ciò che caratterizza lo specifico del genio femminile, compresa la maternità" e il "custodire la vita" che "sembra essere diventato un problema». Un somigliare all'uomo che porta, nei confronti della donna, per Moraglia, anche «un'aggressività diffusa che sfocia in atti di violenza" contro le donne. E l'appello di Moraglia, in occasione del Natale e della natività, è che si dia più spazio alla donna "alla sua specificità, alla sua capacità d'accogliere e custodire la vita".

La Repubblica.it, Agi, Ansa