venerdì 1 febbraio 2013

Quaresima 2013. Presentazione del Messaggio del Papa: ci chiarisce come non ci sia un prima e un dopo, o un aspetto conoscitivo e uno pratico. No, a livello personale l’autenticità del credere è vissuta come atto di carità

“Inserito nell’Anno della fede, il Messaggio del Papa per la Quaresima è una preziosa occasione per mantenere fresco il legame tra fede e carità in tutti i fedeli”: lo ha detto oggi in Vaticano il card. Robert Sarah, presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”, presentando il Messaggio per la Quaresima 2013 di Benedetto XVI sul tema:“Credere nella carità suscita carità - ‘'Abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi’ (1 Gv 4,16)”. “In questo particolare momento storico - ha proseguito il cardinale -, occorre sottolineare l’importanza di una carità informata, documentata, attenta ai numerosi contesti di povertà, miseria, sofferenza: dal crescere del numero e dell’entità delle calamità naturali, non senza responsabilità umane, con tutto il loro carico di dolore, all’inasprirsi di conflitti violenti, spesso dimenticati dai mass-media; dal peggioramento delle condizioni di vita di molte famiglie, anche a seguito della crisi economica e finanziaria che colpisce molti Paesi dell’Europa e non solo”. Il cardinale ha poi definito “nervo scoperto” il rapporto fede-carità perché “non possiamo mai separare o addirittura opporre le due virtù. Questa separazione o opposizione prende diverse forme”. Tra le varie, ha citato la considerazione della Chiesa come “occupata a ordinare la sagrestia”, oppure “come una sorta di grande opera filantropica”. Proseguendo nella riflessione sul rapporto Chiesa-mondo, il cardinale Sarah ha affermato che “un altro malinteso ancora è di dividere una Chiesa buona, quella della carità, da una Chiesa ‘cattiva’, quella della verità, che difende e protegge la vita umana e i valori morali universali”. “La Chiesa - ha sottolineato - va bene quando cura i malati, va meno bene quando esercita il compito di risvegliare le coscienze”. I credenti sono quindi chiamati a unire fede e carità nella loro esistenza concreta, ha spiegato, perché diversamente vivrebbero un duplice rischio: “Da una parte una vita fondata solamente sulla fede, corre il rischio di naufragare in un banale sentimentalismo che riduce il rapporto con Dio a una mera consolazione del cuore. Dall’altra parte, una carità, che non s’inginocchia nell’adorazione di Dio e che non tiene presente la sorgente da cui scaturisce e a cui deve essere indirizzata ogni azione di bene, rischia di essere ridotta a mera filantropia e puro ‘attivismo moralista’”. Il Messaggio del Papa, ha aggiunto, entra profondamente in questo stretto rapporto fede-carità e ci chiarisce come “non ci sia un prima e un dopo, o un aspetto conoscitivo e uno pratico. No: a livello personale l’autenticità del credere è vissuta come atto di carità”. “Nella Chiesa, ci sono almeno 165 Caritas in tutto il mondo e fanno parte di una confederazione che è la Caritas internationalis. Il lavoro della Chiesa per i poveri è immenso”. Concetto espresso anche da mons. Segundo Tejado Muñoz, sottosegretario del Pontificio Consiglio "Cor Unum": “Tanti ci chiedono perché non facciamo una statistica delle cose che fa la Chiesa, con numeri, cifre...E’ impossibile. La grande forza della Chiesa è il volontariato e tante volte è anonimo. Tante volte la carità cristiana è anonima. Questa è la grande forza. Poi, possiamo dare numeri ma, come si diceva nel Motu proprio Intima ecclesiae natura, la vera identità, la vera natura della carità sta nella vita della Chiesa, quindi delle parrocchie, delle comunità cristiane, dei singoli cristiani, che vivono la carità e tantissime volte in modo anonimo. Si potrebbero dare numeri ma sarebbero molto approssimativi”. Al centro delle domande dei giornalisti, anche il Motu Proprio del Papa “L’intima natura della Chiesa” sul servizio della carità. Il porporato ha sottolineato l’impegno di Benedetto XVI nel chiarire alcuni aspetti normativi: “Il Santo Padre aveva già notato che mancava l’impegno del vescovo. Egli ha pensato di illustrare il lavoro e l’impegno del vescovo per avviare le attività caritative nella propria diocesi, nelle proprie parrocchie e per coinvolgere tutta la comunità. Questa mancanza di impegno del vescovo avrebbe potuto anche condurre l’attività caritativa della Chiesa verso una strada che non esprime veramente l’identità della Chiesa”. Infine, a conclusione della conferenza stampa, è stato annunciato un nuovo viaggio in Medio Oriente, in programma dal 19 al 21 febbraio. Ad Amman, il card. Sarah incontrerà anche il re Abdallah ed i delegati di Caritas Mona, Medio Oriente e nord Africa, per discutere soprattutto della difficile situazione in Siria: “Siamo nella fase di aiutare concretamente questi rifugiati e dunque continuiamo a seguire la situazione. Dobbiamo discutere e affrontare concretamente la situazione tragica nel Paese dove ora è inverno. C’è freddo, manca il cibo, mancano le medicine… Forse, non troveremo soluzioni ma vogliamo cercare di fermare questa guerra”. Alla conferenza stampa, ha partecipato anche Michael Tio, presidente generale della Confederazione internazionale della Società di San Vincenzo de’ Paoli, che ha illustrato l’impegno dell’organizzazione umanitaria nel mondo: 148 i Paesi in cui è presente con 780 mila membri e 1,3 milioni di volontari a servizio di 30 milioni di poveri. Thio ha anche evidenziato come “la carità cristiana è amore per Dio che si trasforma in servizio per gli altri”.

SIR, Radio Vaticana

CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL MESSAGGIO DEL SANTO PADRE PER LA QUARESIMA 2013