Papa Benedetto XVI fa sentire forte la sua voce a difesa della vita umana anche in condizioni di sofferenza estrema, rivendicando il dovere della Chiesa di non sottrarsi mai alla sua difesa, E indica Giovanni Paolo II come "esempio luminoso" di "accettazione paziente della sofferenza" prima della morte. "Occorre affermare con vigore - dice il Papa nel messaggio in occasione della XVII Giornata Mondiale del Malato che la Chiesa celebra l'11 febbraio 2009 - l'assoluta e suprema dignità di ogni vita umana. Non muta, con il trascorrere dei tempi, l'insegnamento che la Chiesa incessantemente proclama: la vita umana è bella e va vissuta in pienezza anche quando è debole ed avvolta dal mistero della sofferenza. E' a Gesù crocifisso che dobbiamo volgere il nostro sguardo: morendo in croce Egli ha voluto condividere il dolore di tutta l'umanità". E "nel suo soffrire per amore intravediamo una suprema compartecipazione alle pene dei piccoli malati e dei loro genitori". "Il mio venerato predecessore Giovanni Paolo II, che dell'accettazione paziente della sofferenza ha offerto un esempio luminoso specialmente al tramonto della sua vita - ricorda ancora Papa Ratzinger- nella "Salvifici doloris", ha scritto: "Sulla croce sta il «Redentore dell'uomo», l'Uomo dei dolori, che in sé ha assunto le sofferenze fisiche e morali degli uomini di tutti i tempi, affinché nell'amore possano trovare il senso salvifico del loro dolore e risposte valide a tutti i loro interrogativi" . Concentrando la propria attenzione in particolare sui bambini malati, il Papa ha espresso un "affettuoso saluto" a quanti li assistono: "Ai vescovi, ai sacerdoti, alle persone consacrate, agli operatori sanitari, ai volontari e a tutti coloro che si dedicano con amore a curare e alleviare le sofferenze di chi è alle prese con la malattia". Nel messaggio Benedetto XVI ha poi rivolto un "accorato appello" ai "responsabili delle nazioni" perché "vengano potenziate le leggi e i provvedimenti in favore dei bambini malati e delle loro famiglie. Sempre, ma ancor più quando è in gioco la vita dei bambini, la Chiesa, per parte sua, si rende disponibile ad offrire la sua cordiale collaborazione nell'intento di trasformare tutta la civiltà umana in 'civiltà dell'amore'". Le "comunità cristiane non possono non farsi carico anche di aiutare i nuclei familiari colpiti dalla malattia di un figlio o di una figlia", ha sottolineato Papa Ratzinger. Un sostegno che presuppone "un amore disinteressato e generoso, riflesso e segno dell'amore misericordioso di Dio, che mai abbandona i suoi figli nella prova, ma sempre li rifornisce di mirabili risorse di cuore e di intelligenza per essere in grado di fronteggiare adeguatamente le difficoltà della vita".