sabato 7 febbraio 2009

La Fraternità San Pio X italiana espelle il prete negazionista: non esprime le nostre posizioni. Williamson per ritrattare vuole le prove

La Fraternità San Pio X ha annunciato l'espulsione di don Floriano Abrahamowicz, il prete responsabile della provincia del Nord-Est, che - come il vescovo Richard Williamson - ha negato la Shoah, dichiarando che le camere a gas sono servite solo per disinfettare. "Il provvedimento - si legge in una nota diffusa dal distretto italiano della Fraternità - ha effetto a partire da venerdì 6 febbraio ed è stato preso per gravi motivi di disciplina. Don Floriano Abrahamowicz da tempo esprimeva posizioni diverse da quelle ufficiali della Fraternità San Pio X. La decisione dell'espulsione, pur dolorosa - conclude la nota - si è resa necessaria per evitare che venga ulteriormente distorta l'immagine della Fraternità San Pio X e, di conseguenza, sia danneggiata la sua opera al servizio della Chiesa".
Il vescovo negazionista lefebvriano Richard Williamson non ritratta, almeno non per ora: in un'intervista al settimanale tedesco Der Spiegel, Williamson si rifiuta ''per il momento'' di rivedere le sue posizioni sull'Olocausto e sulle camere a gas, e afferma di voler rivedere e studiare i dati storici. ''E se troverò queste prove, allora mi correggerò. Ma ci vorrà del tempo per questo''. Williamson reitera anche le critiche di tutta la Fraternità Sacerdotale San Pio X al Concilio Vaticano II, un'altra delle condizioni poste dalla Segreteria di Stato vaticana per concedere ai quattro vescovi lefebvriani la 'piena comunione' con la Chiesa. I testi conciliari, per il vescovo, sarebbero ambigui e porterebbero ''al caos teologico che abbiamo oggi''. Dubbi anche sui diritti umani, di cui la Santa Sede si è fatta paladina negli ultimi 40 anni e di cui ha celebrato recentemente l'anniversario della Dichiarazione universale. ''Se per diritti umani si intende un ordinamento oggettivo, che lo stato dovrebbe realizzare - argomenta Williamson - allora si arriva sempre ad una politica anticristiana''. Tuttavia, il vescovo conclude affermando che di non voler più mettere in imbarazzo, ''a nessuna condizione, la Chiesa e la Fraternità''.