martedì 10 marzo 2009

Il Papa in Terra Santa. A Gerusalemme conferenza stampa di presentazione del viaggio di Benedetto XVI

Si è svolta oggi presso il centro Notre Dame a Gerusalemme, la conferenza stampa in cui il nunzio apostolico, mons. Antonio Franco, insieme ad alcuni rappresentanti delle Chiese cattoliche di Gerusalemme - tra cui i vicari patriarcali maronita e melkita - hanno annunciato il viaggio apostolico del Santo Padre in Terra Santa. Dopo aver riportato l’annuncio della Sala Stampa vaticana, e quello fatto personalmente dal Papa all’Angelus di domenica scorsa, mons. Franco ha riferito alcune date dei principali appuntamenti ed ha sottolineato che i momenti più importanti del pellegrinaggio saranno le tre Sante Messe pubbliche, quella a Gerusalemme, dove sono attese 5mila persone, a Betlemme e infine a Nazareth, dove si attende la più grande concentrazione di fedeli: dai 40 ai 50mila. Il nunzio ha poi spiegato ai giornalisti che proprio a Nazareth si celebrerà la conclusione dell’anno della famiglia indetto in Terra Santa dagli ordinari cattolici e dove il Papa benedirà la pietra di fondazione di un Centro per la famiglia. Il Pontefice arriverà all'aeroporto di Ben Gurion l'11 maggio e i primi due giorni della permanenza saranno dedicati a Gerusalemme, il 13 si recherà a Betlemme, il 14 a Nazareth, mentre il 15 mattina sarà nuovamente a Gerusalemme per poi partire alla volta di Roma nel pomeriggio. Altri importanti momenti di preghiera saranno il pellegrinaggio al Cenacolo il primo giorno, e al Santo Sepolcro l’ultimo giorno. Ci saranno poi alcuni momenti ufficiali, come la visita al presidente dello Stato di Israele e al presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese. Ma anche incontri ecumenici e interreligiosi, tra cui la visita al Gran Mufti di Gerusalemme e la visita alla Cupola della Roccia sulla Spianata delle Moschee; la preghiera al Muro Occidentale e quella allo Yad Vashem, dove il Pontefice porterà il suo omaggio alle vittime dell’Olocausto; e la visita ai due Gran Rabbini di Gerusalemme al Centro Hechal Shlomo. “Il Papa non verrà a firmare accordi o altre cose, non è questa la sede”: il nunzio apostolico ha voluto chiarire il significato che il Papa stesso ha dato al suo viaggio, che sarà innanzitutto un pellegrinaggio per chiedere il dono della pace e dell'unità per la Terra Santa, il Medio Oriente e tutto il mondo, e il desiderio di esprimere la sua solidarietà e vicinanza alla gente di Israele e Palestina. Mons. Franco ha dichiarato anche di aver fatto al governo israeliano due richieste, che sono state accolte senza difficoltà: la prima è che una delegazione di cristiani possa venire da Gaza - e almeno due bus di fedeli possano partecipare alla Messa che si terrà a Betlemme - e inoltre che per tutti i cristiani sia possibile raggiungere i luoghi delle celebrazioni. “Nel programma è prevista la moschea di Al-Aqsa – ha spiegato il Custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, al SIR – ma non sappiamo con certezza se potrà entrare. Circa lo Yad Vashem, invece, c’è da tenere presente che la visita sarà al memoriale e non al museo” dove si trova la contestata immagine di Pio XII. “Su questa c’è una Commissione bilaterale Santa Sede e Yad Vashem che sta lavorando. Il Papa si recherà al memoriale come fanno tutti i Capi di Stato”. Rispetto al viaggio di Giovanni Paolo II, afferma Pizzaballa, “Benedetto XVI, per esempio, non visiterà Cafarnao, e non andrà alle Beatitudini. Si recherà a Nazareth, a Betlemme e a Gerusalemme. Confermata anche la visita al campo profughi di Haida, prima della partenza”. “Non c’è Gaza nel programma ma verranno fedeli dalla Striscia. In questo senso è probabile che Israele conceda dei visti come di solito accade per i tempi di festa. Ma su questo aspetto ci si lavorerà nelle prossime settimane”. “Il Papa verrà qui per incoraggiare la piccola comunità cristiana” conclude il Custode allontanando i rischi “di strumentalizzazione della visita”.