Nell'omelia, Benedetto XVI ha elogiato il contributo delle Chiese orientali alla fede cristiana. Il Pontefice ha affermato che, anche se è triste che il cristianesimo abbia attraversato periodi di scisma che hanno separato i cattolici dagli ortodossi e dalle altre chiese orientali, le diverse tradizioni hanno arricchito la fede nell'insieme. ''Purtroppo, alcuni di questi periodi hanno incluso tempi di dispute telogiche o periodi di repressione'', ha ricordato il Papa. ''Altri, tuttavia, sono stati momenti di riconciliazione - rafforzando incredibilmente la comunione della Chiesa - e tempi di ricca rinascita culturale, alla quale i cristiani orientali hanno contribuito straordinariamente'', ha aggiunto.
Pur riconoscendo l'autorità del Papa, la Chiesa melkita segue lo stesso rito utilizzato dalla Chiesa greco-ortodossa e usa l'arabo come linguaggio liturgico. ''Chiese particolari all'interno della Chiesa universale dimostrano il dinamismo del suo viaggio sulla terra e mostrano a tutti i fedeli un tesoro di tradizioni spirituali, liturgiche ed ecclesiastiche'', ha spiegato. Secondo il Papa, ''l'antico tesoro vivente di tradizioni della Chiese orientali arricchisce la Chiesa universale''. Il Pontefice ha osservato che, sebbene ora le comunità cristiane siano minoritarie nel Medio Oriente, le loro origini risalgno a una delle roccaforti della prima Chiesa. ''Molti di voi hanno legami con il patriarcato di Antiochia e le vostre comunità sono perciò radicate qui nel Vicino Oriente'', ha sottolineato. ''E, proprio come duemila anni fa' è stato ad Antiochia che i discepoli sono stati chiamati per la prima volta cristiani, così anche oggi, come piccole comunità sparse in queste terre, anche voi siete riconosciuti come seguaci del Signore'', ha concluso. Tra le Chiese del Medio Oriente, quelle melkita, maronita, armena, siriana e caldea riconoscono l'autorità del Papa e hanno mandato dei rappresentanti alla funzione religiosa di oggi.
Il Papa ha poi sottolineato la capacità della minoranza cristiana del Medio Oriente di aiutare tutta la popolazione - musulmani compresi - con i servizi sociali promossi dalla Chiesa cattolica. "Dagli asili infantili ai luoghi di istruzione superiore, dagli orfanotrofi alle case per anziani, dal lavoro con i rifugiati all'accademia di musica, alle cliniche mediche e agli ospedali, al dialogo interreligioso e alle iniziative culturali - ha detto il Papa - la vostra presenza in questa società è un meraviglioso segno della speranza che ci qualifica come cristiani. Tale speranza – ha continuato Benedetto XVI - giunge ben oltre i confini delle nostre comunità cristiane. Così spesso voi scoprite che le famiglie di altre religioni, per le quali voi lavorate e offrite il vostro servizio di carità universale, hanno preoccupazioni e difficoltà che oltrepassano i confini culturali e religiosi”. Tutto questo si fa particolarmente importante in un mondo sempre più difficile e secolarizzato. “Quale genitore o persona di buona volontà non si sentirebbe turbato di fronte agli influssi negativi così penetranti nel nostro mondo globalizzato, compresi gli elementi distruttivi dell'industria del divertimento che con tanta insensibilità sfruttano l'innocenza e la fragilità della persona vulnerabile e del giovane? Tuttavia, con i vostri occhi fissi su Cristo, la luce che disperde ogni male, ripristina l'innocenza perduta, ed umilia l'orgoglio terreno, porterete una magnifica visione di speranza a tutti quelli che incontrate e servite”.