Dal monte Nebo, in Giordania, dove, secondo la Bibbia, Mosè vide e indicò al popolo di Israele la "terra promessa", il Papa invita i contemporanei ad "alzare gli occhi" e - sullo sfondo di continue tensioni nel Medio Oriente - esorta i cristiani ad essere "lievito di riconciliazione, di perdono e di pace". "Qui, sulle alture del Monte Nebo, la memoria di Mosè ci invita ad 'innalzare gli occhi' per abbracciare con gratitudine non soltanto le opere meravigliose di Dio nel passato, ma anche a guardare con fede e speranza al futuro che egli ha in serbo per noi e per il mondo intero", ha detto il Papa. "Da questa santa montagna Mosè orienta il nostro sguardo verso l'alto, verso il compimento di tutte le promesse di Dio in Cristo. Mosè contemplò la Terra Promessa da lontano, al termine del suo pellegrinaggio terreno. Il suo esempio - ha detto Papa Ratzinger - ci ricorda che anche noi facciamo parte del pellegrinaggio senza tempo del Popolo di Dio lungo la storia. Sulle orme dei Profeti, degli Apostoli e dei Santi, siamo chiamati a portare avanti la missione del Signore, a rendere testimonianza al Vangelo dell'amore e della misericordia universali di Dio. Noi siamo chiamati ad accogliere la venuta del Regno di Cristo mediante la nostra carità, il nostro servizio ai poveri e - ha sottolineato Benedetto XVI - i nostri sforzi di essere lievito di riconciliazione, di perdono e di pace nel mondo che ci circonda".
"Sappiamo - ha detto ancora il Papa - che Dio, il quale ha rivelato il proprio nome a Mosè come promessa che sarebbe sempre stato al nostro fianco, ci darà la forza di perseverare in gioiosa speranza anche tra sofferenze, prove e tribolazioni". "Questa grande tradizione, che il mio odierno pellegrinaggio intende continuare e confermare, basata sul desiderio di vedere, toccare e assaporare in preghiera e in contemplazione, i luoghi benedetti dalla presenza fisica del nostro Salvatore, della sua Madre benedetta, degli Apostoli e dei primi discepoli che lo videro risorto dai morti". "Sin dai primi tempi - ha ricordato - i cristiani sono venuti in pellegrinaggio ai luoghi associati alla storia del Popolo eletto, agli eventi della vita di Cristo e della Chiesa nascente". "Qui, sulle orme degli innumerevoli pellegrini che ci hanno preceduto lungo i secoli - ha aggiunto - siamo spinti quasi come una sfida, ad apprezzare più pienamente il dono della nostra fede e a crescere in quella comunione che trascende ogni limite di lingua, di razza, di cultura". Benedetto XVI ha tenuto a sottolineare che "l'antica tradizione del pellegrinaggio ai luoghi santi ci ricorda l'inseparabile vincolo che unisce la Chiesa al popolo ebreo. Sin dagli inizi - ha proseguito Papa Ratzinger - la Chiesa in queste terre ha commemorato nella propria liturgia le grandi figure dell'Antico Testamento, quale segno del suo profondo apprezzamento per l'unità dei due Testamenti. Possa l'odierno nostro incontro ispirare in noi un rinnovato amore per il canone della Sacra Scrittura e - ha aggiunto - il desiderio di superare ogni ostacolo che si frappone alla riconciliazione fra cristiani ed ebrei, nel rispetto reciproco e nella cooperazione al servizio di quella pace alla quale la Parola di Dio ci chiama".
"Sappiamo - ha detto ancora il Papa - che Dio, il quale ha rivelato il proprio nome a Mosè come promessa che sarebbe sempre stato al nostro fianco, ci darà la forza di perseverare in gioiosa speranza anche tra sofferenze, prove e tribolazioni". "Questa grande tradizione, che il mio odierno pellegrinaggio intende continuare e confermare, basata sul desiderio di vedere, toccare e assaporare in preghiera e in contemplazione, i luoghi benedetti dalla presenza fisica del nostro Salvatore, della sua Madre benedetta, degli Apostoli e dei primi discepoli che lo videro risorto dai morti". "Sin dai primi tempi - ha ricordato - i cristiani sono venuti in pellegrinaggio ai luoghi associati alla storia del Popolo eletto, agli eventi della vita di Cristo e della Chiesa nascente". "Qui, sulle orme degli innumerevoli pellegrini che ci hanno preceduto lungo i secoli - ha aggiunto - siamo spinti quasi come una sfida, ad apprezzare più pienamente il dono della nostra fede e a crescere in quella comunione che trascende ogni limite di lingua, di razza, di cultura". Benedetto XVI ha tenuto a sottolineare che "l'antica tradizione del pellegrinaggio ai luoghi santi ci ricorda l'inseparabile vincolo che unisce la Chiesa al popolo ebreo. Sin dagli inizi - ha proseguito Papa Ratzinger - la Chiesa in queste terre ha commemorato nella propria liturgia le grandi figure dell'Antico Testamento, quale segno del suo profondo apprezzamento per l'unità dei due Testamenti. Possa l'odierno nostro incontro ispirare in noi un rinnovato amore per il canone della Sacra Scrittura e - ha aggiunto - il desiderio di superare ogni ostacolo che si frappone alla riconciliazione fra cristiani ed ebrei, nel rispetto reciproco e nella cooperazione al servizio di quella pace alla quale la Parola di Dio ci chiama".
Dalla terrazza del Monte Nebo, Benedetto XVI ha potuto ammirare Gerico, Betlemme che si vedono dalla postazione dalla quale invece Mosè vide lo sconfinato territorio promesso dal Signore al suo popolo che fuggiva dall- Egitto. Padre Josè Carballo, il superiore generale dei francescani, che sono da 800 anni i custodi della Terra Santa, ha riferito ai giornalisti che il Papa ha anche chiesto il suo parere sulla controversia archeologica sul sito del battesimo di Gesù, senza esprimere alcun giudizio. Da parte sua il religioso gli ha ricordato padre Michele Piccirillo, archeologo di Terrasanta morto lo scorso autunno e sepolto sul Nebo.“Lei oggi ha voluto farsi pellegrino, ricordandoci che questa è la condizione del popolo di Dio”, aveva detto nel suo indirizzo di saluto al Papa, aggiungendo: “In questo viaggio non è solo. Vogliamo accompagnarla, anzi seguirla, come un tempo il popolo di Israele aveva seguito Mosè e da lui si era lasciato condurre. Anche noi oggi ci sentiamo come nel deserto e abbiamo bisogno di chi ci conduce al Signore”. In questo incantevole scenario, Papa Ratzinger si è sottoposto ai flash dei fotografi, ma dopo alcuni minuti ha esclamato "ora lasciatemi guardare", e si è raccolto in preghiera sulla piattaforma di roccia. Papa Ratzinger è poi sceso dal Monte Nebo in Papamobile, salutato da un centinaio di studenti cristiani che lo hanno festeggiato con canti e sventolando le bandiere giordana e vaticana.
Visita all'antica Basilica del Memoriale di Mosè sul Monte Nebo (9 maggio 2009) - il testo integrale del discorso del Papa