martedì 26 maggio 2009

Prima apertura della 'Radio Vaticana' alla pubblicità. Mons. Celli presidente del consiglio d'amministrazione del 'Centro Televisivo Vaticano'

Radio Vaticana apre alla pubblicità. La storica decisione è stata comunicata dalla Santa Sede per risanare il cronico passivo di bilancio dell'emittente. Primo inserzionista sarà l'Enel.
L'annuncio è stato dato in una conferenza stampa dal direttore di Radio Vaticana e portavoce del Papa, padre Federico Lombardi (nella foto con Benedetto XVI), alla presenza del presidente dell'Enel Piero Gnudi e quello della Mabq, l'agenzia che curerà la raccolta, Egidio Maggioni. La prima apertura della Radio Vaticana al mondo della pubblicità si colloca in un contesto segnato da profondi cambiamenti. La programmazione e il modo di trasmettere dell’emittente della Santa Sede non sono stati fino ad oggi appropriati per la pubblicità. La trasmissione in onde corte verso varie parti del mondo, in tante lingue e in tempi limitati, non hanno finora creato un ambiente adatto per diffondere messaggi pubblicitari. Ora invece - ha detto padre Federico Lombardi - l’attività e il modo di trasmettere si sono evoluti. "Il primo cambiamento piuttosto evidente è il fatto che su Roma in Fm, sull’Italia in Dab e per tutto il mondo via Internet, vi è adesso un canale di trasmissione della Radio Vaticana: "One-o-five-live". E' un canale radio che trasmette 24 ore su 24. Questa programmazione, con un pubblico anche sempre più stabile, è naturalmente un ambiente in cui la pubblicità si inserisce con più pertinenza, con più logica".
Intanto Benedetto XVI ha nominato l'arcivescovo Claudio Maria Celli nuovo presidente del Consiglio di Amministrazione del Centro Televisivo Vaticano, in sostituzione del giornalista Emilio Rossi, scomparso alcuni mesi fa. Lo stesso Padre Federico Lombardi resta direttore del CTV ma la nomina di Celli va nella direzione di una riorganizzazione del settore, in quanto Celli è presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, dicastero che finora non aveva competenze dirette sui media vaticani.