lunedì 29 giugno 2009

Anno Paolino. La chiusura a Tarso e Antiochia con il card. Tauran: i cristiani in Turchia siano testimoni credibili e coraggiosi di Gesù

"Siate cristiani coerenti. Siete una minoranza da cui tutti, in questo grande paese ricco di storia, si attendono qualcosa di diverso". E ancora: "Le nostre chiese non sono musei, i cristiani non sono pezzi di antiquariato". Sono alcune delle affermazioni che il card. Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, ha pronunciato questa mattina nella città di Tarso, dove si è recato come inviato del Papa per le celebrazioni conclusive dell'Anno Paolino in Turchia. Per lo stesso motivo, ieri il porporato aveva presieduto una Messa ad Antiochia, durante la quale aveva esortato i cristiani a promuovere il dialogo e la comunione. Il Simposio su Paolo che si tiene in questi giorni in Turchia ha interrotto per un giorno i lavori per consentire ai professori di partecipare alla chiusura dell’Anno Paolino ad Antiochia e a Tarso. Ad Antiochia, tutto si è svolto con estrema semplicità nei luoghi di culto delle due confessioni religiose presenti in città, cioè il Cortile della Missione cattolica e la Chiesa ortodossa. Ad Antiochia, il card. Tauran ha preceduto la liturgia affiancato da cinque vescovi, da pastori dei maroniti e dei filocattolici e da 28 sacerdoti. Il porporato si è detto felice della comunione che i cattolici ortodossi trovano attorno alla Parola e al pane, invitando poi i cattolici che sono in Turchia a testimoniare coraggiosamente la propria fede. Quindi, il porporato si è poi trasferito, con i vescovi ed i sacerdoti, nella Chiesa Ortodossa, per partecipare al canto dei Vespri, presieduto dal Patriarca ecumenico ortodosso, Bartolomeo I. Solenne anche la cerimonia di Tarso, alla presenza di sette vescovi e 60 sacerdoti. Sulla cerimonia ha pesato tuttavia l’interrogativo sul futuro della Chiesa costruita in città in onore dell’Apostolo Paolo: sarà affidata al Vicariato apostolico di Anatolia, com’è stato promesso più volte dalle autorità nazionali e locali, o tornerà ad essere museo? “Lo chiediamo ancora una volta - ha detto mons. Luigi Padovese, vicario apostolico di Anatolia - perché Tarso è diventata, dopo il Santuario mariano di Meryem Ana di Efeso, il secondo luogo di pellegrinaggio in Turchia, ed un luogo di culto per i cattolici”. Se tornasse ad essere un museo, i pellegrini cristiani non avrebbero un loro luogo di culto e potrebbero cancellare da Tarso anche la loro presenza durante i pellegrinaggi. La risposta definitiva sul destino della Chiesa sarà data domani, ed i cattolici del mondo si augurano che essa sia positiva.

Radio Vaticana