venerdì 19 giugno 2009

Anno Sacerdotale. Avvio sullo sfondo dello scandalo dei preti pedofili, ma anche ricordando quelli perseguitati e incompresi

Concepito per promuovere un "interiore rinnovamento" dei sacerdoti e rendere "più forte ed incisiva" la loro testimonianza evangelica, l'Anno Sacerdotale che si apre questa sera non rimuove la pagina più scura per la Chiesa Cattolica mondiale degli ultimi anni, quella dei preti pedofili. Uno scandalo che il Papa rievoca come deplorevole nella lettera inviata per l'occasione ai sacerdoti di tutto il mondo, ma anche una vicenda nella quale, in Vaticano, si scorge un complotto ordito da "forze" e "poteri" ostili alla Chiesa Cattolica e intenti, per questo, ad amplificare sui media una sorta di 'gossip' anticlericale. Benedetto XVI non è mai stato indulgente con i sacerdoti che hanno abusato di bambini. Già da cardinale era stato inflessibile di fronte all'esplosione dello scandalo che ha investito la Chiesa Usa nel 2002. Salito al soglio pontificio, Papa Ratzinger ha affrontato il tema di petto a più riprese. Durante il suo viaggio negli Stati Uniti, ad esempio, dove ha espresso "vergogna" per quanto accaduto, o, di recente, ricevendo i vescovi irlandesi dopo la pubblicazione del 'rapporto Ryan' sugli abusi sessuali subiti da migliaia di minori dagli anni '40 agli '80 in diversi istituti religiosi irlandesi. Occasione in cui i presuli irlandesi hanno denunciato una cultura "prevalente" nei seminari di quegli anni e il Papa ha esortato a stabilire accuratamente la "verità" e ha chiesto che venga assicurata "giustizia per tutti". Nella lettera diffusa ieri per l'Anno Sacerdotale, Benedetto XVI torna ad ammettere che "ci sono, purtroppo, anche situazioni, mai abbastanza deplorate, in cui è la Chiesa stessa a soffrire per l'infedeltà di alcuni suoi ministri", e, in quei casi, "è il mondo a trarne motivo di scandalo e di rifiuto". 'Mea culpa', dunque. Ma non solo. Non è tanto la "puntigliosa rilevazione delle debolezze dei suoi ministri" che può giovare alla Chiesa in questi casi, scrive il Papa. Se "alcuni sacerdoti" sono colpevoli, "bisogna continuare ad investigarli, giudicarli debitamente e punirli" - è la linea del Vaticano riassunta di recente dal card. Claudio Hummes, prefetto della Congregazione per il Clero - senza mai perdere di vista, però, che il problema riguarda "una percentuale molto piccola del clero". Ieri il segretario dello stesso dicastero vaticano alza, però, il tiro. Mons. Mauro Piacenza denuncia l'azione di "poteri" e "forze", nella società odierna, che "amplificano" artificialmente lo scandalo dei preti pedofili per sferrare un "attacco" mediatico "ben concertato e senza precedenti" contro la Chiesa Cattolica. Parole che cadono mentre, in Kenya, i giornali continuano a rilanciare accuse di pedofilia contro il missionario italiano Renato 'Kizito' Sesana che suscitano lo sdegno di chi conosce bene il sacerdote e il fondato sospetto che sia vittima di una macchinazione. "E' necessario accorgersi - afferma, da parte sua, mons. Piacenza al L'Osservatore Romano - che gli attacchi al sacerdozio, sotto il profilo morale o disciplinare, giungono dalle stesse forze che vorrebbero ridurre il sacerdote ad assistente sociale, misconoscendone il ruolo, soprannaturale, di mediatore tra Dio e gli uomini, partecipe dell'unica mediazione di Cristo". Per Papa Ratzinger, ad ogni modo, non c'è solo il nodo della pedofilia nell'Anno Sacerdotale, anzi. Nella sua missiva Benedetto XVI ricorda i molti preti vittima di persecuzione e incomprensione, li esorta a non "rassegnarsi" di fronte ai confessionali deserti, sintomo di "disaffezione" nei confronti dei sacramenti e della pratica religiosa. Nel corso dell'Anno, per questo motivo, arriverà un nuovo manuale per i confessori. In vista dell'Incontro Mondiale che chiuderà l'Anno Sacerdotale e vedrà migliaia di preti accorrere in Piazza San Pietro a Roma a giugno del 2010, Benedetto XVI, poi, indica ai sacerdoti di tutto il mondo un modello ideale di sacerdote che lo stesso direttore del L'Osservatore Romano, Gian Maria Vian, ammette possa apparire "un po' sbiadito dal trascorrere inesorabile del tempo". Si tratta di Jean-Marie Vianney, detto il Curato di Ars (1796-1859), sacerdote pio e caparbio che intese il suo sacerdozio come contrappunto alla Rivoluzione francese appena superata. "La confessione - ricorda Papa Ratzinger - non era né più facile, né più frequente che ai nostri giorni, dato che la tormenta rivoluzionaria aveva soffocato a lungo la pratica religiosa". Oggi, per la Chiesa guidata da Papa Joseph Ratzinger, ci sono altri tormenti che rischiano di soffocare la religione, e per questo è improcrastinabile un "rinnovamento" di tutti i sacerdoti.

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