“La nostra è una missione indispensabile per la Chiesa e per il mondo, che domanda fedeltà piena a Cristo ed incessante unione con Lui; esige cioè che tendiamo costantemente alla santità come ha fatto san Giovanni Maria Vianney”. “Se è vero che l’invito di Gesù a rimanere nel suo amore – ha fatto notare il Papa nell'omelia - è per ogni battezzato, nella festa del Sacro Cuore di Gesù, Giornata di santificazione sacerdotale, tale invito risuona con maggiore forza per noi sacerdoti, in particolare questa sera, solenne inizio dell’Anno Sacerdotale, da me voluto in occasione del 150° anniversario della morte del Santo Curato d’Ars”. "Il sacerdozio è l’amore del Cuore di Gesù", ha esclamato Benedetto XVI, ricordando che “direttamente da questo Cuore è scaturito il dono del nostro ministero sacerdotale” e che “noi presbiteri siamo stati consacrati per servire, umilmente e autorevolmente, il sacerdozio comune dei fedeli”. Il Papa ha infine auspicato che l’Anno sacerdotale sia per i preti “un’occasione propizia per crescere nell’intimità con Gesù, che conta su di noi, suoi ministri, per diffondere e consolidare il suo Regno”, diventando, “nel mondo di oggi, messaggeri di speranza, di riconciliazione, di pace". Menzionando inoltre la festa liturgica di oggi, Benedetto XVI ha fatto notare che nell’Antico Testamento si parla 26 volte del “cuore di Dio”, che “freme di compassione”, in quanto “mistero del cuore di un Dio che si commuove e riversa tutto il suo amore sull’umanità”. Un “amore misterioso”, dunque, che “nei testi del uovo Testamento ci viene rivelato come incommensurabile passione di Dio per l’uomo”. "Nulla fa soffrire tanto la Chiesa quanto i peccati dei suoi pastori, soprattutto di quelli che si tramutano in 'ladri delle pecore' o perchè le deviano con le loro private dottrine, o perchè le stringono con lacci di peccato e di morte''. ''Anche per noi, cari sacerdoti - ha detto il Pontefice - vale il richiamo alla conversione e al ricorso alla Divina Misericordia, e ugualmente dobbiamo rivolgere con umilta' l'accorata e incessante domanda al Cuore di Gesù perchè ci preservi dal terribile rischio di danneggiare coloro che siamo tenuti a salvare''.
C'è, infatti, ''il timore di poter privare di tanto bene, per nostra negligenza o colpa - prosegue - le anime che ci sono affidate, o di poterle - Dio non voglia - danneggiare. La Chiesa ha bisogno di sacerdoti santi, di ministri che aiutino i fedeli a sperimentare l'amore misericordioso del Signore e ne siano convinti testimoni''.''Perfino le nostre carenze, i nostri limiti e debolezze - ha proseguito - devono ricondurci al Cuore di Gesù. Se infatti è vero che i peccatori, contemplandolo, devono apprendere da lui il necessario ''dolore dei peccati'' che li riconduca al Padre, questo vale ancor più per i sacri ministri. ''Nell'omelia, Papa Ratzinger ha ricordato anche la lettera che ha inviato ieri ai sacerdoti di tutto il mondo: ''Che questo mio scritto - afferma - vi sia di aiuto e di incoraggiamento a fare di questo anno un'occasione propizia per crescere nell'intimità con Gesù, che conta su di noi, suoi ministri, per diffondere e consolidare il suo Regno''.In tal senso, ''per essere ministri al servizio del Vangelo, è certamente utile lo studio con una accurata e permanente formazione pastorale, ma è ancora più necessaria quella 'scienza dell'amore' che si apprende solo nel 'cuore a cuore' con Cristo. E’ Lui infatti a chiamarci per spezzare il pane del suo amore, per rimettere i peccati e per guidare il gregge in nome suo''. “Lasciarsi conquistare pienamente da Cristo!”. E’ questo l’”obiettivo” additato ai sacerdoti dal Papa. “Questo – ha spiegato il Santo Padre - è stato lo scopo di tutta la vita di san Paolo, al quale abbiamo rivolto la nostra attenzione durante l’Anno Paolino che si avvia ormai verso la sua conclusione; questa è stata la meta di tutto il ministero del Santo Curato d’Ars, che invocheremo particolarmente durante l’Anno Sacerdotale; questo sia anche l’obiettivo principale di ognuno di noi”.
C'è, infatti, ''il timore di poter privare di tanto bene, per nostra negligenza o colpa - prosegue - le anime che ci sono affidate, o di poterle - Dio non voglia - danneggiare. La Chiesa ha bisogno di sacerdoti santi, di ministri che aiutino i fedeli a sperimentare l'amore misericordioso del Signore e ne siano convinti testimoni''.''Perfino le nostre carenze, i nostri limiti e debolezze - ha proseguito - devono ricondurci al Cuore di Gesù. Se infatti è vero che i peccatori, contemplandolo, devono apprendere da lui il necessario ''dolore dei peccati'' che li riconduca al Padre, questo vale ancor più per i sacri ministri. ''Nell'omelia, Papa Ratzinger ha ricordato anche la lettera che ha inviato ieri ai sacerdoti di tutto il mondo: ''Che questo mio scritto - afferma - vi sia di aiuto e di incoraggiamento a fare di questo anno un'occasione propizia per crescere nell'intimità con Gesù, che conta su di noi, suoi ministri, per diffondere e consolidare il suo Regno''.In tal senso, ''per essere ministri al servizio del Vangelo, è certamente utile lo studio con una accurata e permanente formazione pastorale, ma è ancora più necessaria quella 'scienza dell'amore' che si apprende solo nel 'cuore a cuore' con Cristo. E’ Lui infatti a chiamarci per spezzare il pane del suo amore, per rimettere i peccati e per guidare il gregge in nome suo''. “Lasciarsi conquistare pienamente da Cristo!”. E’ questo l’”obiettivo” additato ai sacerdoti dal Papa. “Questo – ha spiegato il Santo Padre - è stato lo scopo di tutta la vita di san Paolo, al quale abbiamo rivolto la nostra attenzione durante l’Anno Paolino che si avvia ormai verso la sua conclusione; questa è stata la meta di tutto il ministero del Santo Curato d’Ars, che invocheremo particolarmente durante l’Anno Sacerdotale; questo sia anche l’obiettivo principale di ognuno di noi”.
Asca, SIR
CELEBRAZIONE DEI SECONDI VESPRI DELLA SOLENNITÀ DEL SACRATISSIMO CUORE DI GESÙ, IN OCCASIONE DELL’APERTURA DELL’ANNO SACERDOTALE - il testo integrale dell'omelia del Papa