mercoledì 7 ottobre 2009

Il vescovo di Bukavu in Congo lascia il Sinodo per far ritorno nella sua diocesi attaccata: la Chiesa unico sostegno del popolo

L'arcivescovo di Bukavu, nella Repubblica Democratica del Congo, mons. Francois Xavier Maroy Rusengo, è stato costretto a lasciare il Sinodo dei vescovi per l'Africa in corso in questi giorni in Vaticano e a tornare nella sua diocesi a causa dei ripetuti attacchi contro le comunità cristiane. E' stato lo stesso vescovo ad annunciarlo durante la discussione libera di ieri sera tra i Padri Sinodali: ''Io devo partire questa sera stessa, perchè un'altra comunità è stata disturbata: questo mi obbliga a tornare''. Nel pomeriggio, mons. Rusengo aveva raccontato: ''Mentre prendiamo la parola in queste riunioni, gli agenti pastorali nella nostra arcidiocesi vengono attaccati dai nemici della pace. Una delle nostre parrocchie è stata incendiata il 2 ottobre, i sacerdoti sono stati maltrattati, altri presi in ostaggio da uomini in uniforme che hanno preteso un grosso riscatto che siamo stati costretti a pagare per risparmiare la vita dei nostri sacerdoti che essi minacciavano di massacrare''. La Chiesa, aveva aggiunto, ''è rimasta l'unico sostegno di un popolo terrorizzato, umiliato, sfruttato, dominato, che si vorrebbe ridurre al silenzio''. L'assemblea sinodale gli aveva immediatamente espresso ''solidarietà'' e aveva proposto che nel Messaggio finale del Sinodo trovi spazio un ''messaggio particolare per tutte le Chiese che soffrono''.

Asca