SIR
martedì 16 febbraio 2010
I vescovi irlandesi: dal Papa un forte incoraggiamento a dialogare con le vittime e a sostenerle. Meritiamo e accettiamo la loro rabbia
“Un incontro franco e aperto, nel corso del quale ogni vescovo ha parlato con onestà, ha espresso lo choc e la rabbia per quanto accaduto, e ha ricevuto un forte incoraggiamento dal Papa e dai cardinali di Curia a gestire questa difficile situazione approfondendo il dialogo con le vittime, sostenendole, e impegnandosi nel rinnovamento spirituale che è la migliore difesa della dignità della persona umana”. Questo pomeriggio il card. Sean Brady (foto), arcivescovo di Armagh e primate d’Irlanda, ha sintetizzato così, nel corso di una conferenza stampa presso la Radio Vaticana, il summit che ieri e oggi ha visto riuniti in Vaticano 24 vescovi irlandesi con Benedetto XVI e alcuni cardinali. Oggetto dell’incontro, “al quale ci ha invitato il Papa”, ha precisato il card. Brady, un confronto sulla difficile situazione della Chiesa Cattolica irlandese dopo la pubblicazione, nel 2009, di due rapporti governativi su abusi su minori commessi da sacerdoti e religiosi. Rispondendo alle domande dei giornalisti il primate ha assicurato che la sua Chiesa “intende collaborare strettamente con le autorità giudiziarie. Ogni cittadino è soggetto alle legge del suo Paese: per questo tutti i colpevoli saranno deferiti alla giustizia ordinaria, senza eccezioni”. Il primate ha inoltre spiegato che l’incontro che si è chiuso oggi non doveva produrre “l’indicazione di misure concrete”, bensì “offrire al Papa alcuni suggerimenti per aiutarlo nel tocco finale della sua imminente Lettera pastorale”. “Noi non pretendiamo nulla: le vittime rimangono la nostra priorità e hanno l’ultima parola - ha detto ancora il card. Brady -. Per riguadagnare la nostra credibilità dobbiamo essere pronti all’umiliazione e a testimoniare con la vita la fede che proclamiamo”. A proposito del richiamo del Pontifice all’unità, il primate ha assicurato: “La nostra unità non è mai stata così profonda; in questi due giorni abbiamo vissuto quasi un minisinodo”. Mons. Joseph Duffy, vescovo di Clogher, ha osservato: “Ci siamo preparati molto seriamente a questo incontro e nel Papa abbiamo trovato una grande apertura. È un meraviglioso ascoltatore e risponde ad ogni domanda gli venga posta”. “Meritiamo e accettiamo la rabbia delle vittime e dei loro familiari - ha sostenuto il vescovo di Ferris, mons. Dennis Brennan -. Spesso abbiamo gestito male questa vicenda, ma ora l’incoraggiamento del Papa è per noi motivo di grande consolazione”. “Veniamo da una cultura dei segreti - ha aggiunto mons. Duffy - ora dobbiamo imparare la condivisione nello spirito non solo dell’unità ma anche della verità e dell’umiltà”. Mons. Michael Smith, vescovo di Meath, ha reso noto che nelle diocesi son attivi centri d’ascolto e “centinaia di persone sono impegnate nella protezione dei bambini e per impedire il ripetersi degli abusi”. Dai vescovi la precisazione che la questione delle dimissioni non è di competenza della Chiesa irlandese ma della Santa Sede con la quale “la collaborazione è ancora più stretta”. Rispondendo a un cronista su una eventuale viaggio del Papa in Irlanda, il card. Brady ha concluso: “Lo ho invitato molti mesi fa. In questa occasione non c’è stato tempo per parlarne”.