Il Velino
martedì 16 febbraio 2010
Sabato l'udienza del Papa al primo ministro del Libano. Il telegramma per il giubileo della Chiesa locale per i 1600 anni dalla morte di San Marone
Il Papa riceverà il primo ministro libanese Saad Hariri il prossimo 20 febbraio: lo riferisce l’agenzia francese I.Media, specializzata in informazione vaticana. Hariri, leader del partito di maggioranza, è sceso in politica dopo l’omicidio del padre, l’ex premier Rafiq assassinato nel 2005 a Beirut, e si è battuto particolarmente contro la corruzione, per la ripresa economica e per sottrarre il Paese dall’influenza della vicina Siria. Benedetto XVI è molto sensibile alla questione libanese, e più volte dall’inizio del 2008, nel momento in cui il Paese era attraversato da una grave crisi istituzionale, è intervenuto invitando ad abbandonare la via della violenza e a lavorare per la riconciliazione nazionale. La Santa Sede e le autorità ecclesiastiche locali, in particolare il patriarca maronita Nasrallah Sfeir, si sono spese in prima persona perché il Libano approdasse a una situazione politica stabile, con l’elezione del presidente, più volte rinviata. Proprio in questi giorni, tra l’altro, Benedetto XVI ha inviato un telegramma per le celebrazioni giubilari per i 1600 anni dalla morte di San Marone, l’antico monaco siriano del quarto secolo da cui prende il nome la Chiesa libanese, detta appunto maronita. Questo anniversario, scrive il Papa in un telegramma a firma del card. Bertone, “possa essere, per clero, religiosi e laici, motivo di rinnovata adesione a Cristo Buon Pastore, nella plurisecolare fedeltà al Romano Pontefice”. Il card. Leonardo Sandri, presidente della Congregazione per le Chiese orientali, che ha presieduto una Messa a Santa Maria Maggiore, ha osservato che oggi, ai maroniti è chiesto di considerare la loro responsabilità “verso la Chiesa e la nazione. Sarebbe triste – ha detto – che voi deludeste le aspettative di Dio, della Chiesa e del Libano. Testimoniate la fede dei padri cooperando tra Chiese Orientali cattoliche e Chiesa latina, e come comunità cattolica”.