Paolo Rodari, Il Foglio
giovedì 18 febbraio 2010
Le nomine del Papa. Ormai certo il card. Pell prefetto dei vescovi. L'idea di inglobare Cor Unum a Giustizia e Pace. La situazione di Milano e Torino
Il piano “grandi nomine 2010” in Vaticano è confermato. La bufera che ha investito la Curia romana le scorse settimane ha messo in luce molti fili scoperti, molte situazioni da valutare e approfondire ulteriormente e con la dovuta calma, ma non ha mutato gli scenari quanto a new entry nei posti di comando più vicini al Pontefice. Gli occhi di tutti sono puntati da tempo sulla Congregazione per i vescovi: è qui, infatti, che si fa la Chiesa. E’ qui che la classe dirigente del domani viene pensata e immaginata. Dall’attuale dirigenza della stessa Congregazione sono usciti i nomi di due candidati. Prima quello del nunzio apostolico in Italia, il navigato e competente diplomatico Giuseppe Bertello. Poi quello più “minimal” del segretario della Congregazione, l’ex nunzio in Spagna e Andorra, il monsignore portoghese Manuel Monteiro de Castro. Ma a spuntarla, la cosa pare oramai decisa, sarà il candidato del segretario di stato vaticano Tarcisio Bertone, e cioè l’attuale arcivescovo di Sidney, George Pell. Questi è conosciuto in Australia, regione ai confini dell’orbe cattolico, per essere un decisionista, un arcivescovo di polso. Ma non ha nessuna esperienza della Curia romana e la cosa non è di secondo piano per chi è chiamato a divenire prefetto dei vescovi. Infatti, è anche per questo motivo che, in Vaticano, c’è chi preferirebbe vedere Pell succedere al card. Ivan Dias nella Congregazione di Propaganda Fide piuttosto che al card. Re. Per quanto riguarda le successioni del prefetto del clero, il cardinale brasiliano Claudio Hummes e del prefetto dei religiosi, il cardinale sloveno Franc Rodé, ancor nessuna decisione è stata presa. Ai religiosi c’è chi ha ipotizzato possa arrivare dalla Congregazione per le cause dei Santi il salesiano arcivescovo Angelo Amato ma la cosa resta priva di conferme reali. Anche perché Amato è approdato ai santi soltanto un anno e mezzo fa. Più lineare, invece, la situazione ai Pontifici consigli per la promozione dell’unità dei cristiani e “Cor Unum”. Al posto del card. Walter Kasper favorito è il vescovo di Basilea Kurt Koch, “l’unico vescovo svizzero non in odore di eresia” dice ovviamente scherzando un cardinale della Curia, mentre per quanto riguarda la successione del card. Paul Josef Cordes occorre fare un altro discorso: il Papa ascolterà il pare del suo confratello tedesco ma pare che, nonostante i desideri dello stesso Cordes, non possa essere del tutto peregrina l’idea di inglobare “Cor Unum” a Iustitia et Pax, il dicastero guidato dal card. Peter Kodwo Appiah Turkson. Grande movimento c’è anche attorno alle nomine in due tra le diocesi più importanti d’Italia: Milano e Torino. A Milano i tempi sono un po’ più lunghi rispetto a Torino e infatti l’unica certezza viene dalla base, ovvero dal clero: sono i sacerdoti a chiedere un vescovo non soltanto milanese ma anche ambrosiano, che porti con sé insomma l’amore per la Chiesa ambrosiana, per la sua gloriosa storia della quale i cardinali Schuster, Montini e Colombo furono un esempio a oggi indimenticato. A Torino, invece, la data del ritiro dell’arcivescovo Severino Poletto è vicina. E una terna di nomi sembra oggi essersi delineata: in pole position anche qui il candidato di Bertone, ovvero il vescovo di Alessandria mons. Giuseppe Versaldi. Ma crescono le figure di Bertello, se non dovesse andare ai vescovi, e di Gianni Ambrosio, arcivescovo di Piacenza-Bobbio.
Paolo Rodari, Il Foglio
Paolo Rodari, Il Foglio