martedì 2 febbraio 2010

'L'Osservatore Romano': se Pio XII ha taciuto è stato per il timore di peggiorare la situazione. La testimonianza e le novità che novità non sono

''Novità che novità non sono'': L'Osservatore Romano liquida così le ultime rivelazioni sull'atteggiamento 'tiepido' di Pio XII difronte alla Shoah e al nazismo, e dedica alla difesa dell'operato di Papa Pacelli ben tre articoli. Il quotidiano dà conto degli ultimi ritrovamenti documentali, citando come risposta l'intervista concessa oggi dal card. Achille Silvestrini a La Stampa: ''Di fronte alla Shoah - afferma il porporato - hanno taciuto gli Alleati e tutti quanti, ma ne viene chiesto conto solo a Pio XII, gli altri non vengono mai messi in discussione''. Il quotidiano della Santa Sede ripubblica poi la testimonianza rilasciata nel 1964 dall'allora rettore della Pontificia università Gregoriana, Paolo Dezza, sotto il titolo ''Si lamentano che il Papa non parla ma il Papa non può parlare''. ''Nel dicembre del 1942 - scriveva il gesuita - diedi gli esercizi in Vaticano al Santo Padre. In quell'occasione ebbi una lunga udienza in cui il Papa, parlandomi delle atrocità naziste in Germania e negli altri Paesi occupati, manifestò il suo dolore, la sua angustia perchè - mi diceva - 'si lamentano che il Papa non parla. Ma il Papa non può parlare. Se parlasse sarebbe peggio'''. Infine, il giornale vaticano presenta un articolo di Dimitri Cavalli uscito sul supplemento settimanale del quotidiano israeliano Haaretz, dal titolo: ''I nazisti lo conoscevano bene e per questo lo temevano''.

Asca