Nella crisi pedofilia della Chiesa ci sono certamente ''i peccati, oggettivamente gravissimi'' ma c'è anche ''una volontà pervicace di mettere sul banco degli accusati la Chiesa intera e specialmente il Papa: una cosa profondamente ingiusta perchè Benedetto XVI è esattamente il contrario di quello che si vuole far apparire''. Sono le parole del card. Camillo Ruini, ex-presidente della CEI, intervistato oggi da La Repubblica. ''E' indubbiamente un periodo di sofferenza per la Chiesa - osserva il porporato -, che al momento ruota intorno alla questione pedofilia. Ma non è la prima volta che la Chiesa soffre, in passato ci sono state altre prove, sempre superate con l'aiuto della Provvidenza. Anche questa, come ci ha insegnato Gesù, è una sfida che si può vincere, come ci ha insegnato lui, puntando sull'umiltà e sulla preghiera''. ''La Lettera ai cattolici d'Irlanda testimonia l'impegno di Ratzinger contro la 'sporcizia' della Chiesa - prosegue Ruini -. Sui suoi primi cinque anni di pontificato è presto per fare un bilancio, ma c'è una profonda continuità tra lui e chi l'ha preceduto. L'attuale Papa sta dando un forte contributo al dialogo tra le religioni, spingendo l'attenzione sui compiti che queste possono condividere al servizio del genere umano e il discorso di Ratisbona è stato un punto di partenza di un più fecondo dialogo con l'Islam''. ''Come ogni Papa anche Ratzinger deve affrontare l'accusa di 'scomodità' ma di fronte a ciò l'atteggiamento più pericoloso sarebbe quello rinunciatario, tentazione alla Benedetto XVI non lascia spazio'', conclude il cardinale.
Asca