Il Velino
giovedì 15 aprile 2010
V anniversario dell'Elezione di Benedetto XVI. Zollitsch: il Papa ha il dono di riconoscere i segni dei tempi, interpretarli e collegarli al Vangelo
“La testimonianza è chiara anche se con essa, in una società spesso solo apparentemente illuminata e che si ritiene liberale, il Papa incontra incomprensione e suscita talora proteste molto forti”: mons. Robert Zollitsch, presidente dei vescovi tedeschi, traccia un quadro di questi cinque anni di Pontificato di Benedetto XVI su L’Osservatore Romano. Parla di un Papa “maestro di analisi rigorosa e di raffinata argomentazione” con “il prezioso dono di riconoscere i segni dei tempi con grande chiarezza e perspicace mente analitica, di interpretarli e di collegarli al messaggio evangelico”. È un Papa che sa “denunciare con intuito fine e sicuro anche i rischi moderni della vita umana”, ma sempre “con gli ‘occhi della carità’”. Continua Zollitsch: “Si attesta così, ancora una volta, che Papa Benedetto ci dona un pontificato spirituale”. Benedetto XVI è anche “un Papa vigile in ambito politico, che prende posizione nei dibattiti pubblici e fa valere solide norme morali anche nei confronti dei potenti”. Una “peculiarità” del suo pontificato è “la risoluta difesa dell’inviolabilità della dignità umana e del rispetto dei diritti fondamentali della persona”. Egli “milita con determinazione per una ‘cultura della vita’” e “non si nasconde dietro la retorica diplomatica o dietro caute formulazioni”. Dunque la sua testimonianza è chiara “anche se con essa, in una società spesso solo apparentemente illuminata e che si ritiene liberale, il Papa incontra incomprensione e suscita talora proteste molto forti”. Mons. Zollitsch sottolinea infine l’aspetto del dialogo, che Benedetto XVI “cerca con convinzione”, anche con le altre religioni. Il vescovo si sofferma in particolare sui rapporti con l’ebraismo cui “Benedetto XVI si sente profondamente legato. Proprio noi tedeschi siamo profondamente grati al Papa per le chiare parole proferite durante la visita al campo di sterminio di Auschwitz” e “durante la visita in Israele, a Tel Aviv e allo Yad Vashem”. Questi cinque anni “dimostrano in modo più che evidente che il Santo Padre è profondamente radicato nella realtà delle cose e il suo ministero papale interpella tutto l’uomo. E un uomo in carne e ossa, con le sue capacità e le sue doti, ma anche con i suoi limiti umani, può esserne all’altezza solo se è trasportato dalla forza dello Spirito Santo. Papa Benedetto è uomo di preghiera e di riflessione spirituale. Qui, nell’amore per il Risorto, trova forza e attinge speranza. Solo così gli è possibile quello che altrimenti eccederebbe le capacità umane. Se è vero che la nostra Chiesa conosce talvolta momenti bui, è però prezioso ogni momento di questo pontificato che vive della potenza piena del Signore ed è pertanto plasmato dalla speranza. Per questo: grazie, Santo Padre”.