giovedì 22 aprile 2010

Il Papa accetta le dimissioni del vescovo irlandese Moriarty: rinnovamento comincia accettando la responsabilità del passato, non sufficienti la scuse

Papa Benedetto XVI ha accettato le dimissioni di mons. James Moriarty, vescovo di Kildare e Leighlin. L'annuncio è stato dato questa mattina dalla Conferenza Episcopale irlandese e dalla Sala Stampa vaticana. Il presule era tra i sei chiamati in causa dal rapporto Murphy sugli abusi sessuali nell'arcidiocesi di Dublino. Moriarty era stato vescovo ausiliare della capitale irlandese dal 1991 al 2002. Anche se il rapporto non aveva mosso accuse dirette nei suoi confronti, il presule non aveva ''sfidato la cultura prevalente'', fatta di silenzio, coperture e di un'attenzione primaria per il buon nome della Chiesa e non per le vittime. Dopo un'iniziale esitazione, mons. Moriarty aveva annunciato il 23 dicembre di aver presentato a Papa Ratzinger le sue dimissioni: ''Negli ultimi tempi, sono arrivato alla conclusione che abbiamo bisogno di un nuovo inizio e che potrei fare la mia parte nello aprendo la strada''. “La decisione di offrire le mie dimissioni è stata la decisione più difficile del mio ministero”: inizia così un lungo comunicato di mons. Moriarty. “Non ho presentato le dimissioni quando ho letto per la prima volta il rapporto Murphy – spiega il vescovo -, perché non ero direttamente implicato. Tuttavia, il rapporto Murphy va molto oltre rispetto a quello che i singoli vescovi hanno o non hanno fatto. Il rinnovamento deve cominciare accettando la responsabilità del passato. Ho servito come vescovo ausiliare la diocesi di Dublino dal 1991 fino alla mia nomina a questa diocesi nel 2002. Ho fatto parte del governo dell'arcidiocesi prima che fossero attuate corrette politiche di protezione dell'infanzia e le sue procedure. Ancora una volta ammetto che da quando sono diventato un vescovo ausiliare, sono stato sottoposto ad una cultura prevalente. Ancora una volta chiedo scusa a tutti i sopravvissuti e alle loro famiglie”. “So – aggiunge il vescovo – che le parole di scuse non sono sufficienti”. Ma “è importante sapere che imparando dal passato, la Chiesa irlandese si è dotata di eccellenti procedure di protezione dell’infanzia”. La ''lunga battaglia delle vittime per farsi ascoltare e rispettare dalle autorita' ecclesiastiche ha rivelato una cultura, dentro la Chiesa, che molti descriverebbero semplicemente come non cristiana''. Il vescovo tiene ad assicurare che anche la diocesi di Kildare e Leighlin ha sottoscritto il testo “Standards and Guidance”, documento pubblicato dalla Commissione nazionale per la salvaguardia dell’infanzia nella Chiesa Xattolica. “Siamo fortemente convinti – aggiunge nella nota mons. Moriarty – della necessità di una costante vigilanza per assicurare che la Chiesa sia il luogo più sicuro per i bambini. Nel lasciare il mio ufficio oggi – conclude il vescovo – porterò per sempre con me il ricordo del mio temo passato come vescovo di Kildare e Leighlin, la testimonianza di fede, speranza e amore che abbiamo potuto condividere in tanti modi insieme al popolo di Dio, laici, religiosi e clero, in questa diocesi. Offro il mio grazie di cuore a tutti. E’ stato un privilegio servirvi in questi ultimi otto anni e di essere parte di tutto questo”. Dei sei vescovi accusati dal rapporto Murphy di coinvolgimento nell'insabbiamento dei casi di abusi sessuali sui minori, si è già dimesso, oltre a mons. Moriarty, il vescovo di Limerick Donal Murray, e mons. John Magee, vescovo di Cloyne, già segretario personale dei Papi Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II. Il Papa non ancora accettato le dimissioni, presentate a Natale, di Raymond Field e Eamonn Walsh, vescovi ausiliari di Dublino. Mons. Martin Drennan, vescovo di Galway e Kilmacduagh, fa resistenza all'ipotesi dimissioni, mentre mons. Dermot O'Mahony è già in pensione per raggiunti limiti di età.

Asca, SIR