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giovedì 29 aprile 2010
Il presidente Napolitano a Benedetto XVI: in tempi non facili affettuosa vicinanza nostra e degli italiani. Viva considerazione per i sacerdoti
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è ritrovato questa sera insieme a Benedetto XVI nell'Aula Paolo VI (foto), per il concerto da lui offerto in occasione del quinto anniversario del pontificato del Papa. "La scelta dell'omaggio musicale - ha detto il presidente nel saluto al Pontefice prima dell'inizio dell'esecuzione - è di per sè un'offerta di serenità nei tempi non facili e spesso aspri che tutti viviamo". Le composizioni di Giovanni Battista Sammartini, Wolfang Amadeus Mozart e Ludwig Van Beethoven, ha aggiunto Napolitano, "richiamano le tradizioni dei nostri Paesi portatori ieri ed oggi di una comune cultura europea". "Sono certo - ha detto Napolitano - che nella discrezione e nel rispetto con cui seguiamo il quotidiano svolgersi della sua alta missione ella possa ben cogliere la intensa, affettuosa vicinanza nostra e del popolo italiano". Napolitano ha ricordato quindi il messaggio del Papa di ritorno dal viaggio apostolico a Malta e "la speciale preghiera per la concordia e per il bene dell'intera nazione". "Gliene sono grato personalmente - ha sottolineato il presidente - non essendo altra la causa a cui mi sento interamente dedicato. E desidero anche sottolineare come rimanga vivissima la considerazione per l'apporto che al perseguimento del bene e della concordia viene dall'impegno spirituale e sociale della moltitudine dei sacerdoti operanti in Italia". "Operiamo per il progresso della nostra nazione, che è anche a lei così cara, e al tempo stesso guardiamo come lei e con lei, Santità, ai problemi di un mondo che cambia attraverso profondi travagli e crisi irrisolte". "Alla crisi che ancora affligge il Medio Oriente in assenza di un efficace processo di pace - ha aggiunto il presidente - ci rivolgiamo con speciale, condivisa preoccupazione, e con propositi convergenti di costruttiva sollecitazione. E crediamo che anche a questo cruciale sforzo non possa mancare l'apporto di quell'Europa solidale che un grande umanista Enea Silvio Piccolomini e illuminato pontefice Pio II seppe prefigurare nell'opera che in questo stesso lieto giorno rivede la luce".