mercoledì 5 maggio 2010

Benedetto cerca un commissario per salvare i Legionari di Cristo (e il Vaticano). Le caratteristiche per il ruolo e il nome di un possibile delegato

I Legionari di Cristo aspettano un commissario esterno. E cioè un delegato inviato dal Papa che prenda in mano le redini della congregazione, ridefinisca il carisma e riveda l’esercizio dell’autorità. L’obiettivo è quello di salvare il nucleo della Legione facendo piazza pulita delle mele marce. E cioè di tutti coloro che in qualche modo hanno coperto quelli che la Santa Sede ha definito i “comportamenti gravissimi e obiettivamente immorali”, talora “veri delitti” atti a configurare “una vita priva di scrupoli e di autentico sentimento religioso” del fondatore, il sacerdote Marcial Maciel Degollado. Venerdì e sabato scorso i cinque vescovi incaricati di effettuare una visita apostolica nella Legione hanno relazionato a porte chiuse davanti a Benedetto XVI, al card. Tarcisio Bertone, al card. William J. Levada, al card. Franc Rodé, e all’arcivescovo Fernando Filoni. Di comune accordo hanno concluso circa la necessità di commissariare la congregazione. Ma il nome del delegato papale non è stato deciso. Anche perché ancora non si sa se verrà scelto un cardinale emerito, e cioè una personalità di spessore ma libera da particolari incarichi, oppure un outsider, e cioè un nome di profilo piu basso ma di indubbie capacità. Nel caso prevalga la prima ipotesi sembra possa essere preso in considerazione il cardinale messicano Juan Sandoval Íñiguez, arcivescovo di Guadalajara. Ne ha parlato il vaticanista Sandro Magister così: “Il card. Sandoval conosce bene la Legione, che ha in Messico la sua patria storica. E’ anche titolare, a Roma, della chiesa di Nostra Signora di Guadalupe, di proprietà dei Legionari. Ma non si è mai mescolato a loro e alle loro trame, né con Maciel né con gli attuali capi. Ha 77 anni ed è in procinto di lasciare la guida della diocesi per superati limiti di età: potrà quindi dedicarsi a tempio pieno alla causa. In Vaticano è membro della Congregazione per i religiosi, di quella per l’educazione cattolica e della Prefettura per gli affari economici della Santa Sede. Inoltre, fa parte della commissione cardinalizia di vigilanza dell’Istituto per le Opere di Religione. E’ persona giudicata molto risoluta e di sicura affidabilità”. Sandoval non è un cardinale pregiudizialmente contrario alla Legione. A Guadalajara ha la responsabilità di oltre mille seminaristi. Nella sua diocesi, come in tutto il Messico, i Legionari sono un carisma fiorente e ben radicato. Ed è dunque chiaro che la scelta di Sandoval confermerebbe la linea inaugurata con la visita apostolica voluta dal Papa. Questa è stata affidata a cinque presuli sostanzialmente amici della Legione. L’unico dei cinque ritenuto meno affine era il messicano Ricardo Watty Urquidi, vescovo di Tepic in Messico. Ma non è soltanto la scelta dei nomi che hanno portato avanti la visita apostolica a dire che la volontà vaticana è quella di salvare la congregazione. C’è anche l’elenco di cardinali che in quest’ultimo anno si sono recati all’università della Legione a dire molto. All’ateneo pontificio Regina Apostolorum, infatti, hanno presenziato importanti conferenze i cardinali Bertone, Antonelli, Levada e Scola. Il dossier sui Legionari è stato portato avanti con forza dal Papa e da Bertone. Quest’ultimo, in particolare, si è molto speso per fare chiarezza e per meglio capire cosa fosse successo all’interno della Legione. Ora il traguardo “pulizia” è davvero vicino. Anche se non è facile arrivare fino in fondo. Perché se è vero che, come ha spiegato il Vaticano, all’interno della Legione c’era un “sistema di relazioni” costruito attorno a Maciel, sul “silenzio dei circostanti”, sul “meccanismo di difesa” della sua vita indegna, è anche vero che in molti dentro il Vaticano sapevano di Degollado e hanno fatto poco per reagire.

Paolo Rodari, Il Foglio