venerdì 7 maggio 2010

Mons. Leonard: aumentato il lavoro della commissione della Conferenza Episcopale belga sugli abusi. L'accusa di aver coperto un caso è caduta subito

Dopo le recenti dimissioni per pedofilia del vescovo di Bruges, mons. Roger Vangheluwe, è aumentato il lavoro della commissione istituita dalla Conferenza Episcopale belga per raccogliere le denunce di abusi sessuali su minori da parte di sacerdoti: lo rende noto mons. André-Mutien Joseph Leonard, arcivescovo di Bruxelles e primate del Belgio. Il lavoro "è aumentato", spiega il presule in un'intervista a L'Osservatore Romano. Mons. Leonard si trova a Roma per la periodica visita 'ad limina apostolorum' in Vaticano e oggi sarà ricevuto dal Papa. "Molti denunciano anche soltanto un sopruso o comunque protestano contro sacerdoti o raccontano fatti accaduti addirittura trenta, quaranta o anche cinquant'anni fa". La commissione, spiega mons. Leonard, "agisce autonomamente, nel senso che una volta raccolta la denuncia, lavora indipendentemente dall'episcopato stesso. E' formata da personale altamente specializzato e qualificato che si muove e opera senza alcuna interferenza. Anche quando si tratta di fatti prescritti accoglie e ascolta quanti sono rimasti vittima di abusi. Li consiglia sul cosa fare e offre, dove possibile, il suo aiuto". Inoltre, "seguendo anche il modo di agire della stessa Conferenza Episcopale e raccomandato da tutti i vescovi del Paese, invita le vittime, vere o presunte tali, a rivolgersi direttamente e immediatamente all'autorità giudiziaria per denunciare il fatto". Ciò, spiega il primate belga, "perché l'autorità giudiziaria ha i mezzi per fare indagini e per accertare la verità dei fatti. E poi - aggiunge - perché vogliamo evitare che ci accusino di coprire i colpevoli o tentare aggiustamenti". L'accusa di aver insabbiato un caso di pedofilia negli anni scorsi è "una vicenda che si è smontata subito e da sola, una vicenda, peraltro già avviata a soluzione, tirata fuori da alcuni giornali fiamminghi che non conoscevano bene i fatti". "Significativo - tiene ad aggiungere il presule - è che i media dell'area francofona non l'abbiano né ripresa né rilanciata perché erano a conoscenza della verità e di come sia stato già tutto definito e spiegato. Ma ci può stare anche questo in un clima così". "Devo dire che non godiamo, come Chiesa in generale, di buona stampa", afferma ancora il vescovo di Bruxelles. "Ma - è ovvio - nemmeno posso dire che siamo perseguitati. Per esempio, la nostra decisione di spingere le vittime a denunciare gli abusi alla magistratura è stata molto bene accolta. Come è stato molto apprezzato l'avere convocato, dopo i fatti di Bruges, una conferenza stampa per chiarire bene i fatti senza reticenze e annunciando la nostra politica di trasparenza assoluta".

Apcom