"Benedetto XVI ha apprezzato il coraggio delle vittime nel denunciare quanti hanno commesso gli abusi". Lo afferma mons. Alfred Xuereb, secondo segretario del Papa, in un'intervista a L'Osservatore Romano. Di nazionalità maltese il sacerdote ha assitito all'incontro del Pontefice con le vittime di abusi sessuali di sacerdoti avvenuto lo scorso 18 aprile, durante il suo viaggio apostolico a Malta. "E' stato un momento molto toccante e di speciale grazia. Le vittime - assicura il sacerdote maletse - sono rimaste colpite dal fatto che il Papa abbia preso le loro mani tra le sue. Quel momento - confida - mi ricorda il gesto misericordioso di Gesù che toccava e sanava. Anche in questo caso abbiamo avuto una guarigione, magari non fisica, ma sicuramente spirituale e psicologica". "L'incontro - ricorda il presule maltese - è durato circa mezz'ora, ma i presenti hanno avuto la sensazione che se avessero parlato più a lungo il Papa li avrebbe ascoltati per tutto il tempo. E questo nonostante fosse stanco ed in forte ritardo sul programma previsto. Perciò quando si è congedato, i presenti ci hanno chiesto più volte, con insistenza, di porgere al Papa il loro vivo ringraziamento. E - conclude Xuareb - si leggeva nei loro volti tanta commozione". Anche l’accoglienza del popolo maltese è stata di “rara umanità” come quella riferita da San Paolo nelle sue lettere, e nonostante i timori della vigilia “il viaggio è stato un grande successo” e la partecipazione al di sopra delle aspettative: “Lungo il tragitto non c’era una strada che non fosse piena di uomini, donne, giovani e bambini in festa”. La folla entusiasta “lo ha reso felice” così come la sentita partecipazione alla Messa a Floriana, “il cuore del pellegrinaggio”, e la “freschezza” della Chiesa maltese, testimoniata dai giovani accorsi a salutarlo: “Da questa esperienza di una Chiesa viva è ripartito rinvigorito nella fede”. Racconta il segretario: “Il Papa ha più volte parlato in privato di questo bell’incontro (...) e quando gli ho confidato l’infinita riconoscenza per il dono fattoci nell’aver scelto di visitare Malta, ha risposto: ‘Il regalo l’ho ricevuto anche io’. Mi è restata in cuore l’impressione che, come san Paolo, dopo aver sperimentato una furiosa tempesta, ripartì dall’isola rinfrancato dalla ‘rara umanità’ degli abitanti, sia accaduto altrettanto per Benedetto XVI”. Mons. Xuereb consegna al quotudiano vaticano anche alcuni tratti più personali. Parla del carattere dei maltesi che nonostante la dominazione britannica “non hanno imparato più di tanto la precisione tipica degli inglesi. In compenso siamo un popolo solare”. Parla del sogno “da giovane sacerdote” di “fare il missionario, magari in Brasile”. Ma il suo vescovo ha deciso altrimenti, e ha imparato a fare il prete a Roma, finché “la Provvidenza mi ha guidato su una ‘nuova rotta’”. Il segretario del Papa sottolinea lo slancio missionario della Chiesa maltese, e alle critiche sulle politiche migratorie, replica: “Credo si tratti di un’impressione sbagliata. Dal 2002 sono stati accolti ben tredicimila immigrati. Tantissimi su una popolazione di appena 443 mila individui”. Il governo “provvede con un piccolo sostentamento economico e ha rafforzato le leggi contro lo sfruttamento” e anche la Chiesa contribuisce al sostegno e all’accoglienza. C’è anche un’altra particolarità di Malta: l’assenza nell’ordinamento di leggi su aborto e divorzio. “La legislazione rispecchia i sentimenti della maggioranza della popolazione, che aderisce al Vangelo piuttosto che alla mentalità secolare”. Un cambiamento “sarebbe senz’altro un passo indietro, certamente non un progresso”.