giovedì 10 giugno 2010

Anno Sacerdotale. Il card. Ouellet: la credibilità dei discepoli di Cristo si misura sull’amore reciproco che consente loro di convincere il mondo

"Oggi noi assistiamo all’irrompere di un’ondata di contestazione senza precedenti sulla Chiesa e sul sacerdozio, a seguito della rivelazione di scandali di cui dobbiamo riconoscere la gravità e porre riparo con sincerità alle conseguenze. Ma al di là delle necessarie purificazioni meritate dai nostri peccati, occorre anche riconoscere nel momento presente un’aperta opposizione al nostro servizio della verità e degli attacchi dall’esterno ed anche dall’interno che minano a dividere la Chiesa”. E’ un passo della meditazione del card. Marc Ouellet, arcivescovo di Québec (Canada), pronunciata questa mattina nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, nell’ambito dell’Incontro internazionale dei sacerdoti in corso a Roma a conclusione dell’Anno Sacerdotale. Le parole del card. Ouellet sono risuonate nella Basilica ostiense a partire dalla sua esperienza personale, quando ordinato sarcedote nel 1968, in un atmosfera di generale contestazione, "avrei potuto – ha raccontato - deviare o anche interrompere la mia corsa, come avvenne in quel periodo a molti sacerdoti e religiosi”. Ma, “l’esperienza missionaria, l’amicizia sacerdotale e la vicinanza dei poveri - ha confidato - mi aiutarono a sopravvivere alle agitazioni degli anni postconciliari”. La Chiesa Cattolica conta oggi 408.024 preti suddivisi sui cinque continenti. “400.000 preti è molto ed è poco per più di un miliardo di cattolici”, ha commentato il cardinale, ricordando che “oggi come alle origini della Chiesa, le sfide dell’evangelizzazione sono accompagnate dalla prova delle persecuzioni”. “La credibilità dei discepoli di Cristo si misura sull’amore reciproco che consente loro di convincere il mondo”, ha affermato l’arcivescovo.

SIR, Radio Vaticana