La decisione di Papa Benedetto XVI di creare un dicastero per la promozione di nuova evangelizzazione segue la stessa ''logica'' che portò Giovanni XXIII a convocare il Concilio Vaticano II per portare ad un ''aggiornamento'', ''i cui esiti sono componente integrante dell'unità della tradizione cattolica, indivisibile e viva''. Lo scrive, in un editoriale in prima pagina su L'Osservatore Romano, il direttore Gian Maria Vian, a commento dell'annuncio del nuovo Pontificio Consiglio fatto lunedì dal Pontefice. ''Sin dagli anni in cui era giovane teologo - scrive Vian -, l'attuale Papa ha davanti agli occhi l'immagine dei deserti spirituali di un mondo che negli ultimi secoli - 'con dinamiche complesse', ha voluto ancora una volta specificare - si è sempre più secolarizzato. Per questo alla nuova evangelizzazione Benedetto XVI ha dedicato un organismo specifico, sottolineando che questa missione nel buio provocato dall'eclissi di Dio non è ovviamente nuova nei contenuti ma nello 'slancio interiore'. Secondo la logica cioè che indusse Giovanni XXIII a convocare l''aggiornamento' del Concilio Vaticano II, i cui esiti sono componente integrante dell'unità della tradizione cattolica, indivisibile e viva''. ''Nell'ottica larga del Papa - aggiunge il direttore del quotidiano pontificio - questa missione esige l'unità ecumenica - e per questo sono da salutare con gioia i continui progressi soprattutto con le Chiese sorelle orientali e ortodosse, ma non solo - e quella interna alla comunità cattolica. Questa, pur danneggiata e inquinata dal peccato e dalle divisioni, non deve mai sottostare a logiche umane (secondo le quali, infatti, la Chiesa stessa viene letta attraverso schemi che non rispecchiano la sua realtà più autentica)''. ''Nonostante le difficoltà e i tempi difficili - conclude -, la Chiesa è giovane e aperta al futuro. Sicura nelle mani di Dio che le dà la vera libertà''.