venerdì 9 luglio 2010

Il card. Ruini: il Papa riconosce e chiede perdono per i peccati commessi nel presente. La vera riforma della Chiesa riguarda la sua anima profonda

A differenza del famoso 'mea culpa' di Giovanni Paolo II che nel 2000 chiese ''perdono'' per le ''colpe commesse dai cristiani nel passato'', quanto fatto oggi da Papa Benedetto XVI è ''diverso'' perchè ''l'attenzione è focalizzata su alcune colpe non di ieri ma di oggi. Benedetto XVI riconosce i peccati commessi nel presente e per questi chiede perdono anzitutto a Dio e quindi anche ai fratelli nella Chiesa e nell'umanità''. Lo ha detto il card. Camillo Ruini, ex-presidente della CEI, in una intervista al sito www.chiesa del vaticanista Sandro Magister. ''Il perdono - spiega il porporato - implica la volontà di riparare il male causato alle vittime, richiede la fede e la conversione del cuore. Altra cosa è però l'atteggiamento di coloro che accusano la Chiesa per colpirla, non per una positiva volontà di costruire''. ''Di fronte a questi attacchi - conclude Ruini - occorre forza spirituale, non debolezza. Maritain affermava giustamente che la Chiesa non deve genuflettersi di fronte al mondo''. ''La riforma della Chiesa che Benedetto XVI vuole non è in primo luogo una riforma di strutture esteriori, di apparati organizzativi. La vera riforma riguarda anzitutto l'anima profonda della Chiesa, il suo rapporto con Dio''. ''La parola 'autoriforma' non è la più esatta: la Chiesa non può far da sè. Deve lasciarsi plasmare e riformare dall'alto, prendendo vita e forma dallo Spirito di Dio'' spiega il cardinale. Nell'intervista, Ruini si sofferma anche sul documento firmato dal card. Joseph Ratzinger quando era alla guida della Congregazione per la dottrina della fede, e approvato da Giovanni Paolo II, l'istruzione "Dominus Iesus" che per molti ha creato seri problemi al dialogo ecumenico. Per l'ex-cardinale vicario di quel documento ''c'era bisogno e ce n'è bisogno anche oggi''. Anzi, ''si potrebbe dire che sia arrivato in ritardo, perchè - secondo Ruini - ormai da qualche decennio c'era, anche nella Chiesa, chi metteva in dubbio una verità, quella di Cristo unico salvatore, che per i credenti in Cristo è fondamentale e vorrei dire ovvia, dato che fa parte del messaggio cristiano primigenio. Il Nuovo Testamento è tutto centrato su questo: all'infuori di Gesù Cristo non c'è sotto il cielo altro nome nel quale gli uomini possano essere salvati''.