Un nuovo omaggio di Benedetto XVI alle donne, che “coraggiose” offrono “un decisivo impulso per il rinnovamento della Chiesa”. Il Papa ha continuato le catechesi sulle grandi figure femminili della Chiesa, e questa mattina, nel corso dell’Udienza generale in Aula Paolo VI ha presentato la figura di Santa Chiara d’Assisi, “una delle sante più amate”. La sua testimonianza, ha sottolineato, “ci mostra quanto la Chiesa tutta sia debitrice a donne coraggiose e ricche di fede come lei, capaci di dare un decisivo impulso per il rinnovamento della Chiesa”. Chiara vissuta nel 1200, ha ricordato il Papa, di famiglia nobile e aristocratica, a 18 anni, destinata al matrimonio, “con un gesto audace, ispirato dal profondo desiderio di seguire Cristo e dall’ammirazione per Francesco”, suo contemporaneo, lascia la casa paterna, e con l’amica Bona di Guelfuccio raggiunge segretamente i frati minori alla Porziuncola, e da lì a breve si trasferisce nella chiesa di San Damiano, dove in un piccolo convento, resta per oltre 40 anni fino alla morte, nel 1253, praticando “in modo eroico le virtù che dovrebbero contraddistinguere ogni cristiano”, ha raccomandato il Santo Padre: ovvero “l’umiltà, lo spirito di pietà e di penitenza, la carità”. “Pur essendo la superiora, ella voleva servire in prima persona le suore malate, assoggettandosi anche a compiti umilissimi: la carità, infatti, supera ogni resistenza e chi ama compie ogni sacrificio con letizia”. L'amicizia di Chiara e Francesco, come quella tra molti Santi nella storia della Chiesa è “un aspetto bello e importante: quando due anime pure e infiammate dall’amore di Cristo si incontrano, traggono dall’amicizia uno stimolo per percorrere la strada della perfezione”, diventando “realmente un solo spirito”. Un tratto caratteristico della spiritualità francescana, cui Chiara fu molto sensibile, è “la radicalità della povertà associata alla fiducia totale nella provvidenza divina” tanto che ottenne dal Papa il “privilegiunm paupertatis”. Questo, ha spiegato Benedetto XVI, fa capire come “anche nel Medioevo il ruolo donne non fosse secondario ma considerevole”. Chiara è anche “la prima donna nella storia della Chiesa che ha composto una regola scritta sottoposta all’approvazione del Papa, perché il carisma di Francesco d’Assisi fosse conservato in tutte le comunità femminili che si andavano stabilendo numerose già ai suoi tempi e che desideravano ispirarsi all’esempio di Francesco e di Chiara", che seppero trarre “dalla reciproca amicizia uno stimolo fortissimo per percorrere la via della perfezione”. Come Chiara e le sue compagne, ha proseguito il Papa, “innumerevoli donne nel corso della storia sono state affascinate dall'amore per Cristo”. E “la Chiesa tutta, per mezzo della mistica vocazione nuziale delle vergini consacrate, appare ciò che sarà per sempre: la sposa bella e pura di Cristo”. La sua vita di Chiara è segnata da alcuni eventi prodigiosi, come l’allontanamento dei saraceni “tramite la sola ostensione del Santissimo Sacramento”. Benedetto XVI ha infine sottolineato che “sono i Santi che cambiano il mondo in meglio e lo trasformano in modo duraturo, immettendo le energie che solo l’amore ispirato dal Vangelo può suscitare. I santi sono i grandi benefattori dell’umanità", che “parlano al nostro cuore e ci offrono un esempio di vita cristiana da imitare”.Il Velino, Radio Vaticana