mercoledì 27 ottobre 2010

Il Papa a Santiago de Compostela e Barcellona. Benedetto XVI pellegrino di speranza. Un omaggio a secoli di tradizione che hanno forgiato l'Europa

Santiago de Compostela è bellissima, anche sotto una fitta pioggia. "Qui ci siamo abituati" dicono i galiziani, sfoderando la loro proverbiale tranquillità. Ogni tanto, però, le nubi si aprono. Il sole illumina la grande Cattedrale e fa brillare come oro i licheni aggrappati da secoli alle statue, alle colonne, alle mura. La città del Cammino aspetta il Papa, che arriverà, "pellegrino della fede e testimone di Cristo Risorto", sabato 6 novembre. La Galizia non nasconde l’emozione dell’attesa. Dopo Giovanni Paolo II, a Santiago de Compostela nel 1982 e poi nel 1989 per la Giornata Mondiale della Gioventù, questo affascinante angolo nord-occidentale della penisola iberica accoglierà ora anche Benedetto XVI. Sarà una tappa di poche ore, spiegano gli organizzatori, ma intensissime. Un’iniezione di speranza ed energia, secondo la comunità locale. Nell’attuale situazione di "relativismo" e "laicismo" che impregna la società spagnola, spiega mons. Julian Barrio, arcivescovo di Santiago, "il pellegrinaggio del Papa servirà a una rivitalizzazione religiosa e sociale": "Aumenta l’opportunità – e anche la necessità – di parlare della nostra fede". Del resto il fenomeno dell’impoverimento spirituale non è esclusivo del paese iberico. Ma non c’è spazio per il pessimismo. "Se c’è un luogo per la speranza, quella è la casa dell’Apostolo", sottolinea l’arcivescovo. Con l’arrivo del Papa a Santiago, città europea per eccellenza, che con il suo Cammino ha contribuito a formare l’unità e l’identità del Continente, come intuì Goethe, "deve risuonare la speranza cristiana". E se è vero che "tutta la storia della Chiesa è come il diario di un pellegrinaggio infinito" verso Dio, la partenza di Benedetto XVI per Santiago assume un valore profondamente simbolico, universale: "Il fratello di Roma viene ad abbracciare il fratello di Compostela", dice mons. Barrio. Il Pontefice non toccherà la terra gallega in un momento qualsiasi: l’Anno Santo Compostelano in corso, infatti, "è una chiamata per recuperare l’antropologia cristiana", per riscoprire "la bontà della creazione e della creatura", per riconoscere "la minaccia e le conseguenze del peccato" e la "possibilità dell’uomo di essere curato e perdonato" e infine per ricordare "la presenza della Grazia" che è in tutto il creato. Il Cammino è una via, ma anche una luce, un faro che può illuminare molti: "L’Europa oggi mostra segnali di inquietante debolezza e preoccupa il ripudio della sua identità ed eredità", ammette l’arcivescovo. Nel cuore di Santiago, nella piazza dell’Obradoiro dove Benedetto XVI celebrerà la Messa il 6 novembre di fronte a circa settemila fedeli, ogni giorno, in ogni momento, arrivano pellegrini: anziani e giovani, spagnoli e stranieri di tutto il mondo, quest’anno in molti anche dall’Australia e Nuova Zelanda, in gruppo o completamente soli. Esausti, ma felici. In tanti hanno deciso di rimandare il giorno in cui arriveranno a Santiago, per aspettare il Papa. Lungo l’itinerario dall’aeroporto al centro della città, "ci saranno circa 200mila persone", conferma Alfonso Rueda, numero due del governo della Galizia. Migliaia di bambini si preparano per il passaggio della papamobile. Un eventuale temporale costringerà i galiziani a restare in casa? Qui è un’ipotesi che non viene neppure presa in considerazione. "La gente è abituata alla pioggia", ci ricorda sorridente mons. Salvador Domato, coordinatore del viaggio papale. Autorità civili ed ecclesiastiche snocciolano le cifre dell’evento: centinaia di migliaia di galiziani in attesa, duemila giornalisti, mille volontari. "La visita del Papa è quella del Pellegrino che viene a rendere omaggio a secoli di tradizione, che hanno contribuito a forgiare l’Unione europea", afferma Alberto Núñez Feijoo, presidente della regione Galizia. Soddisfatto dalle cifre, il 2010 si concluderà con oltre otto milioni di turisti, Feijoo non può evitare una nota di delusione: da parte del governo centrale "è mancato qualsiasi tipo di appoggio a quest’Anno Santo Compostelano", sia dal punto di vista finanziario che culturale. Il viaggio del Papa proseguirà il 7 novembre a Barcellona.

Michela Coricelli, Avvenire