domenica 3 ottobre 2010

Il Papa: portatate la speranza forte e affidabile di Cristo per affrontare il presente. L'eroico esempio di don Puglisi e l'attenzione ai giovani

Per il primo appuntamento del pomeriggio della visita pastorale a Palermo, Benedetto XVI ha fatto ingresso nella Cattedrale, gremita di fedeli e religiosi. Lunghi applausi hanno accompagnando il suo persorso lungo la navata centrale del Duomo. Il Santo Padre, dopo essere entrato dal portone principale e aver ricevuto da mons. Lo Galbo l'aspersorio con l'acqua benedetta, stringendo le mani tremanti dei fedeli, è giunto nella Cappella di Santa Rosalia, dove si è raccolto qualche minuto per adorare l'Eucarestia. Un momento intimo al termine del quale è tornato davanti all'altare, al suo fianco l'arcivescovo di Palermo, mons. Paolo Romeo, che gli ha rivolto un indirizzo di saluto, e il card. Salvatore De Giorgi, arcivescovo emerito.
"So che lavorate con zelo e intelligenza", ha detto il Papa, ma "siate sempre uomini di preghiera, per essere anche maestri di preghiera", ha detto Benedetto XVI ai sacerdoti siciliani nel suo discorso. "Non è facile mantenersi fedeli a questi quotidiani appuntamenti con il Signore, soprattutto oggi che il ritmo della vita si è fatto frenetico e le occupazioni assorbono in misura sempre maggiore", ha affermato. "Tante cose ci premono, ma se non siamo interiormente in comunione con Dio non possiamo dare niente neppure agli altri". "Il sacerdote - ha aggiunto - trova sempre, ed in maniera immutabile, la sorgente della propria identità in Cristo Sacerdote. Non è il mondo a fissare il suo statuto, secondo i bisogni e le concezioni dei ruoli sociali". Il sacerdote, ha aggiunto, deve agire nel “campo immenso del servizio delle anime, per la loro salvezza in Cristo e nella Chiesa”, “un servizio che deve essere completamente ispirato dalla carità di Cristo”, perché “Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi, che nessuno si perda”. “Il sacerdote è per i fedeli: li anima e li sostiene nell’esercizio del sacerdozio comune dei battezzati, nel loro cammino di fede, nel coltivare la speranza, nel vivere la carità, l’amore di Cristo”. Il Papa ha raccomandato ai sacerdoti di avere "sempre una particolare attenzione per il mondo giovanile". Benedetto XVI citando Giovanni Paolo II, ha esortato i preti a "spalancare le porte delle vostre parrocchie ai giovani, perché possano aprire le porte del loro cuore a Cristo"e "mai le trovino chiuse".
Se il sacerdote deve essere centrato su Cristo, ha proseguito, non può comunque restare lontano dalle preoccupazioni quotidiane del Popolo di Dio; “anzi, deve essere vicinissimo, ma da sacerdote, sempre nella prospettiva della salvezza e del Regno di Dio”. Egli, infatti, “è testimone e dispensatore di una vita diversa da quella terrena”, “è portatore di una speranza forte, di una 'speranza affidabile', quella di Cristo, con la quale affrontare il presente, anche se spesso faticoso”. Il Papa ha quindi "l'eroico esempio" da imitare di don Pino Puglisi, parroco del quartiere Brancaccio ucciso dalla mafia nel 1993. "La Chiesa di Palermo - ha detto Benedetto XVI - ha ricordato recentemente l'anniversario del barbaro assassinio di Don Giuseppe Puglisi, appartenente a questo presbiterio, ucciso dalla mafia. Egli aveva un cuore che ardeva di autentica carità pastorale; nel suo zelante ministero ha dato largo spazio all'educazione dei ragazzi e dei giovani, ed insieme si è adoperato perché ogni famiglia cristiana vivesse la fondamentale vocazione di prima educatrice della fede dei figli. Lo stesso popolo affidato alle sue cure pastorali ha potuto abbeverarsi alla ricchezza spirituale di questo buon pastore, del quale è in corso la causa di Beatificazione. Vi esorto - ha concluso il Papa - a conservare viva memoria della sua feconda testimonianza sacerdotale imitandone l'eroico esempio". Papa Ratzinger ha poi dedicato "un particolare pensiero ai monaci e alle monache di clausura", incoraggiandoli a "seguire Gesù senza compromessi, come viene proposto nel Vangelo, dando così testimonianza della bellezza di essere cristiani in maniera radicale". Ha aggiunto, il Papa: "Potremmo dire che la vostra esistenza costituisce come una predicazione, assai eloquente, anche se spesso silenziosa. Il vostro, carissimi, è un genere di vita antico e sempre nuovo, nonostante la diminuzione del numero e delle forze. Ma abbiate fiducia: i nostri tempi non sono quelli di Dio e della sua provvidenza". Il Papa ha quindi salutato “con affetto di predilezione” i seminaristi, esortandoli “a rispondere con generosità alla chiamata del Signore e alle attese del Popolo di Dio, crescendo nell’identificazione con Cristo, il Sommo Sacerdote, preparandovi alla missione con una solida formazione umana, spirituale, teologica e culturale”. Il seminario, ha dichiarato, è prezioso per il loro futuro, “perché, attraverso un’esperienza completa e un lavoro paziente, vi conduce ad essere pastori d’anime e maestri di fede, ministri dei santi misteri e portatori della carità di Cristo”. “Vivete con impegno questo tempo di grazia e conservate nel cuore la gioia e lo slancio del primo momento della chiamata e del vostro 'sì', quando, rispondendo alla voce misteriosa di Cristo, avete dato una svolta decisiva alla vostra vita”.

Adnkronos, La Stampa.it, Zenit

VISITA PASTORALE A PALERMO (3 OTTOBRE 2010) - III - il testo integrale del discorso del Papa