domenica 7 novembre 2010

Il Papa: per il cristiano ogni uomo è un vero santuario di Dio, da trattare con sommo rispetto e affetto, soprattutto quando si trova nel bisogno

Nel pomeriggio, come ultima tappa del viaggio apostolico a Barcellona, Papa Benedetto XVI ha visitato l’Opera “Nen Déu”, istituto di beneficenza per bambini malati e bisognosi creato nel 1892 da Madre Carmen del Nino Jesus Gonzalez Ramos Garcia Prieto, beatificata il 6 maggio 2007, fondatrice delle religiose ''Hermanas Franciscanas de los Sagrados Corazones''. Al Suo arrivo, il Pontefice è stato accolto dalla Madre Superiora dell'Istituto che lo ha accompagnato nella Cappella dove sono presenti le religiose, gli operatori sanitari e circa 200 assistiti con i loro famigliari. Il Papa ha anche benedetto la prima pietra della nuova residenza che porterà il nome “Benedetto XVI” e accoglierà bambini handicappati, molti dei quali affetti da sindrome di Down, tra i 3 e i 21 anni.
“In questi momenti, in cui molte famiglie sperimentano serie difficoltà economiche, dobbiamo moltiplicare, come discepoli di Cristo, i gesti concreti di solidarietà, tangibile e continua, mostrando così che la carità è il distintivo del nostro essere cristiani”. “Con la dedicazione della Basilica della Sacra Famiglia, si è posto in rilievo questa mattina che l’edificio sacro è segno del vero santuario di Dio tra gli uomini”, ha detto nel discorso. Allo stesso tempo, “per il cristiano, ogni uomo è un vero santuario di Dio, che deve essere trattato con sommo rispetto e affetto, soprattutto quando si trova nel bisogno”.
Nella cura dei più deboli, ha spiegato il Santo Padre, “molto hanno contribuito i formidabili progressi della sanità negli ultimi decenni, che sono stati accompagnati dalla crescente convinzione dell’importanza che ha, per il buon risultato del processo terapeutico, un rapporto umano attento”. Tuttavia, ha affermato il Papa, “è esigenza dell'essere umano che i nuovi sviluppi tecnologici nel campo medico non vadano mai a detrimento del rispetto per la vita e la dignità umana, in modo che coloro che soffrono malattie o disabilità psichiche o fisiche possano ricevere sempre quell’amore e quelle attenzioni che permettano loro di sentirsi valorizzati come persone nelle loro necessità concrete”. Le persone malate o con disabilità psichiche o fisiche devono “ricevere sempre quell’amore e quelle attenzioni che permettano loro di sentirsi valorizzati come persone nelle loro necessità concrete”. Allo stesso modo, devono poter “occupare il loro giusto posto nella società” e non essere “emarginate a causa delle loro limitazioni”. Il Papa si è quindi rivolto ai bambini presenti, assicurando che la loro vita è preziosa agli occhi di Dio e che occupano “un posto molto importante nel cuore del Papa”. “Prego per voi tutti i giorni e vi chiedo di aiutarmi con la vostra preghiera a compiere con fedeltà la missione che Cristo mi ha affidato”, ha confessato.
“Con lo sforzo di questa e altre analoghe istituzioni ecclesiali – ha aggiunto il Papa - si mostra chiaramente che, per il cristiano, ogni uomo è un vero santuario di Dio, che deve essere trattato con sommo rispetto e affetto, soprattutto quando si trova nel bisogno”. Il Papa ha ricordato come anche in Spagna, sono “molti figli della Chiesa a dedicare la propria vita all’insegnamento, alla beneficienza o alla cura dei malati e dei diversamente abili”. “Ispirati dal loro esempio – ha aggiunto -, vi chiedo di continuare a soccorrere i più piccoli e bisognosi, dando loro il meglio di voi stessi”.
All'inizio dell'incontro, in un ambiente molto familiare, il Papa è stato salutato dalla superiora, suor Rosario, e da due bambini assistiti dall'istituzione, Antonio e María del Mar. María del Mar, affetta da sindrome di down, ha detto al Papa: “Grazie perché ci fa sentire felici, perché anche se siamo diversi il nostro cuore ama come tutti i cuori, e vogliamo essere amati. Vogliamo anche ringraziare i nostri genitori, che ci hanno dato il dono della vita e ci assistono ogni giorno”. Il Papa ha seguito le parole della bambina con grande tenerezza, e quando ha terminato il suo saluto si è alzato per darle un bacio. Ha anche seguito con un sorriso la canzone che gli hanno dedicato i bambini presenti, applaudendo alla fine. I bambini hanno poi donato a Benedetto XVI vari lavoretti fatti da loro. Prima di congedarsi, il Papa ha firmato il libro degli ospiti.

Korazym.org, Zenit