mercoledì 12 gennaio 2011

L'arcivescovo di Lagos presenta al Papa le speranze e l'impegno dei cattolici in Nigeria: la pace nel Paese è possibile, anzi è inevitabile

"La pace in Nigeria è possibile. Anzi, è inevitabile". È con questa convinzione, "non campata in aria ma fondata su fatti concreti spesso trascurati dai mass media internazionali", che il card. Anthony Olubunmi Okogie, arcivescovo di Lagos, ha presentato questa mattina al Papa durante l'Udienza generale del mercoledì le speranze e l'impegno dei cattolici nigeriani per la pace, la giustizia e il dialogo con i musulmani. "Le violenze non ci intimidiscono" afferma il porporato, figura di spicco nel suo Paese, riferimento per l'intera società civile e non solo per la Chiesa. "Le ingiustizie rendono più forte la fede e più urgente una testimonianza autentica. Lo dimostra il fatto che sta aumentando il numero dei fedeli che va alla messa domenicale, nonostante rischi e minacce". Sui rapporti con i musulmani il cardinale rileva come a Lagos la situazione sia particolarmente positiva: "Non ci sono paure e non mancano occasioni di incontro e di collaborazione pacifica". In prospettiva, per la pace ripone "fiducia nelle prossime scadenze elettorali e soprattutto nella preghiera, perché nulla è impossibile a Dio". Anche il dialogo con gli ebrei ha ricevuto, a margine dell'Ydienza generale, una nuova spinta in avanti. L'iniziativa è stata del rabbino di Efrat, Shlomo Riskin, che da anni, in collaborazione con la fondazione Pave the Way, promuove il dialogo con il mondo cattolico anche per favorire una corretta valutazione storica della figura di Pio XII, sia negli Stati Uniti d'America che in Israele. Ad accompagnarlo il rabbino David Nekrutman, personalmente impegnato a promuovere il riconoscimento di Eugenio Pacelli come "giusto fra le nazioni" a Yad Vashem. A rimarcare, infine, l'urgenza dell'"emergenza educativa" i 4200 studenti delle scuole di Caserta accompagnati dal vescovo Pietro Farina. "Un pellegrinaggio imponente - dice - che ha riempito metà dell'Aula Paolo VI, a testimonianza del crescente interesse dei giovani per il Pontefice e la vita della Chiesa". Sono stati festeggiati con Benedetto XVI anche due "compleanni": i settant'anni del titolo Pontificio assegnato all'Istituto ecclesiastico ungherese e i quarant'anni della scuola paritaria Maria Immacolata nella borgata romana di Torre Angela. Per l'occasione con le suore dell'Immacolata di Santa Chiara sono venuti in novecento tra alunni, genitori e personale.

L'Osservatore Romano