Il Velino
giovedì 20 gennaio 2011
Nella memoria di Sant'Agnese domani il Papa benedice gli agnelli la cui lana sarà usata per confezionare i palli dei nuovi arcivescovi metropoliti
Questa notte dormiranno al caldo nella lavanderia delle suore della Sacra Famiglia di Nazareth, e domani, festa di Sant’Agnese, lavati e adornati, saranno presentati al Papa per la benedizione. Sono due agnellini, la cui lana sarà utilizzata per confezionare i sacri palli che Benedetto XVI consegna ogni 29 giugno ai nuovi arcivescovi metropoliti nominati nel corso dell’anno. La tradizione affonda le sue radici tra il III e il IV secolo: Agnese, vittima delle persecuzioni di Diocleziano, è stata uccisa a soli 12 anni per non aver voluto rinnegare Gesù, con un colpo di spada alla gola. La preparazione degli agnelli, racconta a L’Osservatore Romano suor Hanna Pomnianowska, comincia il 20 gennaio: “La prima cosa che facciamo è lavarli. Li mettiamo in un lavatoio e con del sapone per bambini eliminiamo delicatamente lo sporco. Poi li asciughiamo con il phon. Stiamo molto attente a non lasciare umido il loro manto, perché sono piccoli e potrebbero ammalarsi. Dopo l’asciugatura, li mettiamo all’interno di una vasca ricoperta di paglia e chiusa con dei teli, perché non prendano freddo. Diamo loro da mangiare del fieno e a questo punto sono pronti per trascorrere la notte nella lavanderia”. Domani mattina verso le 9 i due agnelli sarabno portati nella Basilica di Sant’Agnese fuori Le Mura, sulla via Nomentana, dove verranno benedetti con il tradizionale rito, e poi portati nel Palazzo Apostolico, per essere presentati al Papa. I due agnelli sono ricoperti con un mantello sul dorso, uno rosso in ricordo del martirio di sant’Agnese, uno bianco in ricordo della sua verginità. Sui due mantelli ci sono tre lettere: da una parte s.a.v., Sant’Agnese vergine, e dall’altra s.a.m., Sant’Agnese martire. “Poi intrecciamo due corone di fiori - una di colore rosso e una bianca - e gliele poniamo sul capo. Mettiamo loro anche dei fiocchetti alle orecchie. Dopo questa sorta di vestizione, i due agnelli vengono posti ognuno dentro una cesta. Siamo costretti a legarli per evitare che scappino”. Ricevuta la benedizione papale, i due agnellini sono presi in consegna dalle monache benedettine che custodiscono la Basilica di Santa Cecilia, nel cuore di Trastevere. A loro il compito di allevarli fino a Pasqua, tosare la lana e, infine, tessere i pallii, con i vecchi telai, con cui le suore continuano l’antica arte della tessitura. Il Pallio è un’insegna liturgica d’onore e di giurisdizione che viene indossata dal Papa e dagli arcivescovi metropoliti nelle loro Chiese e in quelle delle loro Province. È costituito da una fascia di lana bianca su cui spiccano sei croci di seta nera. I Palli vengono custoditi in un’urna nella Basilica Vaticana presso la Confessione di San Pietro, fino al 29 giugno, Solennità dei Santi Pietro e Paolo. Dal 2008, Benedetto XVI indossa un nuovo pallio rispetto a quello imposto all'inizio del Pontificato, diverso anche da quello dei predecessori, una decisione presa in accordo con il suo cerimoniere mons. Guido Marini. Esso è a forma circolare chiusa, con i due capi che pendono nel mezzo del petto e del dorso. La foggia è più larga e più lunga, mentre è conservato il colore rosso delle croci che lo adornano.