martedì 26 aprile 2011

Il Papa: la Risurrezione il rinnovamento della condizione umana. Se sappiamo rivolgerci a Dio possiamo scoprire il significato più profondo della vita

"Surrexit Dominus vere! Alleluja!". Con queste parole ieri amattina, Lunedì dell’Angelo, Benedetto XVI ha introdotto la preghiera mariana del Regina Cæli, che per tutto il tempo pasquale sostituisce l’Angelus, dal Cortile del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo, dove si è recato da domenica pomeriggio per un breve periodo di riposo. "La Risurrezione del Signore – ha detto - segna il rinnovamento della nostra condizione umana. Cristo ha sconfitto la morte, causata dal nostro peccato, e ci riporta alla vita immortale. Da tale evento promana l’intera vita della Chiesa e l’esistenza stessa dei cristiani". Lo leggiamo proprio oggi, Lunedì dell’Angelo, ha ricordato il Papa, nel primo discorso missionario della Chiesa nascente: "Questo Gesù – proclama l’apostolo Pietro – Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire". Uno dei segni caratteristici della fede nella Risurrezione, ha osservato, "è il saluto tra i cristiani nel tempo pasquale, ispirato dall’antico inno liturgico: ‘Cristo è risorto! È veramente risorto!’". È "una professione di fede e un impegno di vita", proprio come è accaduto alle donne descritte nel Vangelo di San Matteo: "Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: ‘Salute a voi!’. Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: ‘Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno’". Tutta la Chiesa, ha affermato il Pontefice riprendendo le parole di Paolo VI, "riceve la missione di evangelizzare, e l’opera di ciascuno è importante per il tutto. Essa resta come un segno insieme opaco e luminoso di una nuova presenza di Gesù, della sua dipartita e della sua permanenza. Essa la prolunga e lo continua". Illuminati dalla luce del Risorto. "In che modo possiamo incontrare il Signore e diventare sempre più suoi autentici testimoni?", ha chiesto il Santo Padre. Riprendendo le parole di San Massimo di Torino, ha sostenuto: "Chiunque vuole raggiungere il Salvatore, per prima cosa lo deve porre con la propria fede alla destra della divinità e collocarlo con la persuasione del cuore nei cieli". "Deve cioè imparare – ha chiarito Benedetto XVI - a rivolgere costantemente lo sguardo della mente e del cuore verso l’altezza di Dio, dove è il Cristo risorto. Nella preghiera, nell’adorazione, dunque, Dio incontra l’uomo". Il Papa ha ricordato anche il teologo Romano Guardini: "L’adorazione non è qualcosa di accessorio, secondario...si tratta dell’interesse ultimo, del senso e dell’essere. Nell’adorazione l’uomo riconosce ciò che vale in senso puro e semplice e santo". "Solo se sappiamo rivolgerci a Dio, pregarLo – ha aggiunto il Pontefice -, noi possiamo scoprire il significato più profondo della nostra vita, e il cammino quotidiano viene illuminato dalla luce del Risorto". Il Santo Padre ha, quindi, rammentato che "la Chiesa, in Oriente e in Occidente, oggi festeggia San Marco evangelista, sapiente annunciatore del Verbo e scrittore delle dottrine di Cristo – come in antico veniva definito. Egli è anche il patrono della città di Venezia, dove, a Dio piacendo, mi recherò in visita pastorale il 7 e 8 maggio prossimo". Infine, l’invocazione alla Vergine Maria, "affinché ci aiuti a compiere fedelmente e nella gioia la missione che il Signore Risorto affida a ciascuno".
Dopo la recita della preghiera mariana, nei saluti in italiano il Papa ha espresso un "ricordo particolare per le autorità e gli abitanti di Castel Gandolfo sempre così ospitali". Infine ha rivolto "uno speciale saluto ai rappresentanti dell'Associazione 'Meter', promotrice della Giornata nazionale per i bambini vittime della violenza, dello sfruttamento e dell'indifferenza, e li incoraggio a proseguire la loro opera di prevenzione e di sensibilizzazione delle coscienze al fianco delle varie agenzie educative: penso in particolare alle parrocchie, agli oratori e alle altre realtà ecclesiali che si dedicano con generosità alla formazione delle nuove generazioni".

SIR, TMNews

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DEL REGINA CÆLI