giovedì 14 aprile 2011

Messaggio della Commissione ai cattolici cinesi: non ci siano nuove ferite alla comunione ecclesiale, l'unità sia sempre più profonda e visibile

“Abbiamo constatato il clima generale di disorientamento e di ansietà per il futuro”, ma “da una lettura dei dati sono emerse, anche, una fede viva e un’esperienza di Chiesa, capaci di dialogare fruttuosamente con le realtà sociali di ciascun territorio”. È il bilancio della quarta riunione plenaria della Commissione per la Chiesa cattolica in Cina, tenutasi in Vaticano dall’11 al 13 aprile, affidato al Messaggio ai cattolici in Cina reso noto oggi dalla Sala Stampa della Santa Sede. La Commissione, istituita nel 2007 da Benedetto XVI, ha lo scopo di “studiare alcune questioni di maggiore importanza, riguardanti la vita della Chiesa in Cina”. “Mossi dall’amore per la Chiesa in Cina, dal dolore per le prove che state affrontando e dal desiderio di incoraggiarvi, abbiamo approfondito – scrivono i partecipanti – la nostra conoscenza della situazione ecclesiale attraverso una visione panoramica sull’organizzazione e sulla vita delle circoscrizioni ecclesiastiche nel vostro Paese”. Emergono il disorientamento, “le sofferenze di alcune circoscrizioni prive di Pastori, le divisioni interne di altre, la preoccupazione di altre ancora che non hanno personale e mezzi sufficienti per far fronte ai fenomeni di crescente urbanizzazione e di spopolamento delle aree rurali”. Ma si rileva anche una Chiesa nella quale si riflette “l’immagine di Cristo e dei suoi molti discepoli”. “L’azione congiunta di vescovi, sacerdoti, diaconi, persone consacrate e fedeli laici – si legge – viene a comporre, nella maggior parte dei casi, un mosaico, nel quale si riflette l’immagine di Cristo e dei suoi molti discepoli. Molte religiose, con spirito di abnegazione e vivendo, non poche volte, in reali ristrettezze economiche, si spendono quotidianamente nella vicinanza alle famiglie, ai giovani, agli anziani e agli ammalati. Varie associazioni curano le opere di carità e di assistenza, facendosi carico delle necessità dei più poveri e di coloro che in questi anni sono stati colpiti da inondazioni e terremoti”. Il documento esorta i vescovi “a provvedere affinché i loro fedeli non manchino dell’insegnamento della fede, a stimolare una giusta operosità e a industriarsi per erigere, laddove mancano e sono necessari, nuovi luoghi di culto e di educazione alla fede e, soprattutto, per formare comunità cristiane mature”; li invita a “curare, con rinnovato impegno ed entusiasmo, la vita dei fedeli, specialmente nei suoi elementi essenziali della catechesi e della Liturgia”, e a “insegnare ai sacerdoti, con il proprio esempio, ad amare, a perdonare e ad essere fedeli”. “Invitiamo poi le comunità ecclesiali – prosegue il Messaggio – a continuare ad annunciare il Vangelo con fervore sempre più intenso”. Sulle “difficoltà”, la Commissione vaticana evidenzia innanzitutto “il triste episodio dell’ordinazione episcopale” di padre Giuseppe Guo Jincai a vescovo di Chengde, avvenuta lo scorso novembre per volontà dell’Associazione patriottica senza il consenso pontificio. La Santa Sede, riporta il Messaggio, “non ha ragioni per considerarla invalida, mentre la ritiene gravemente illegittima, perché è stata conferita senza il mandato pontificio, e ciò rende anche illegittimo l’esercizio del ministero”. I membri della Commissione si dicono “addolorati perché è avvenuta dopo una serie di consacrazioni episcopali consensuali e perché i vescovi consacranti hanno subito varie costrizioni”. “Le pressioni e le costrizioni esterne – precisano – possono fare sì che non s’incorra automaticamente nella scomunica. Resta tuttavia una ferita, provocata al corpo ecclesiale”, per la quale ogni vescovo coinvolto è “tenuto a riferire alla Santa Sede e a trovare il modo di chiarire la propria posizione ai sacerdoti e ai fedeli”. A proposito dell’8° Assemblea nazionale dei rappresentanti cattolici, il documento fa proprie le parole del Santo Padre nella sua “Lettera” del 2007, laddove ricorda che “la pretesa di alcuni organismi, voluti dallo Stato ed estranei alla struttura della Chiesa, di porsi al di sopra dei vescovi stessi e di guidare la vita della comunità ecclesiale, non corrisponde alla dottrina cattolica”. Tra le altre questioni affrontate dalla Commissione per la Chiesa Cattolica in Cina vi è “la scelta di Pastori per la guida delle numerose diocesi vacanti”, “urgente necessità” e “fonte di viva preoccupazione”, per la quale ci si augura “che non ci siano nuove ferite alla comunione ecclesiale, e chiede al Signore forza e coraggio per tutte le persone coinvolte". Riguardo ai confini delle circoscrizioni, “si è riconosciuta la necessità di prendere atto delle mutate condizioni”, “tenendo sempre presente quanto si legge nella Lettera pontificia ai cattolici in Cina”, laddove è riportato “che la Santa Sede è disponibile ad affrontare l’intera questione delle circoscrizioni e delle province ecclesiastiche in un dialogo aperto e costruttivo con l’episcopato cinese e - in quanto opportuno e utile - con le autorità governative”. Infine, “la formazione dei seminaristi e delle religiose” e quella “del clero”, l’invito alla preghiera “per superare le situazioni difficili di ogni comunità...affinché l'unità tra di voi sia sempre più profonda e visibile", l’auspicio “che il dialogo sincero e rispettoso con le autorità civili aiuti a superare le difficoltà del momento attuale”, la notizia “che la diocesi di Shanghai può avviare la causa di beatificazione di Paolo Xu Guangqi”. Da ultimo, la Commissione ricorda l’incontro con Benedetto XVI avvenuto al termine della plenaria, nel quale il Santo Padre “ha riconosciuto il desiderio di unità con la Sede di Pietro e con la Chiesa universale che i fedeli cinesi non cessano di manifestare”.

SIR

MESSAGGIO AI CATTOLICI CINESI DELLA COMMISSIONE PER LA CHIESA CATTOLICA IN CINA